Il sindacato di polizia: "Gli eroi nella scorta di Borsellino e non Carlo Giuliani"
''La morte di un ragazzo non è mai un evento piacevole. Per nessuno. Però ci sono dei distinguo. Oggi è l'anniversario della strage di via D'Amelio, dove morì anche Emanuela Loi, giovanissima e che faceva da scorta a Borsellino. Beh, fra la morte di Emanuela Loi che serviva il suo Paese e la morte di Carlo Giuliani, che ha perso la vita con un estintore in mano con il quale cercava di spaccare la testa a un carabiniere, ne corre di strada''. A dirlo all'Adnkronos è Domenico Pianese, segretario generale del sindacato di polizia Coisp, parlando dei fatti del G8 di Genova.
Video su questo argomentoMilano ricorda Borsellino, un minuto di silenzio per ricordare il magistrato
''Ricordo la discussione in Senato, quando si voleva intitolare un'aula a Carlo Giuliani - aggiunge - Ecco, io penso che le aule del Senato o di qualsiasi istituzione vadano intestate a Emanuela Loi, a Paolo Borsellino, a Cassarà e a tanti altri eroi del Paese, non certo a Giuliani, che ha perso tragicamente la vita, e dispiace a tutti, ma il contesto in cui l'ha persa era un contesto eversivo''. ''A 19 anni dai fatti del G8 di Genova, possiamo dire che quella vicenda è stato uno spartiacque anche per la gestione politica dell'ordine e della sicurezza pubblica - spiega - Da quel tempo a oggi le forze di polizia si sono formate sempre di più. Non che prima non lo fossero, ma si è investito ancora di più in formazione. Purtroppo, però, abbiamo ancora nel nostro Paese, ma anche a livello internazionale, il problema della recrudescenza dei fenomeni criminali nascosti dietro le manifestazioni di piazza''. Il segretario generale del sindacato di polizia Coisp, a proposito della ''macelleria messicana'' di cui parlò il funzionario del VII Nucleo, Michelangelo Fournier, aggiunge: ''Le dichiarazioni dell'epoca sulla cosiddetta "macelleria messicana" della scuola Diaz vanno certamente contestualizzate, sia per quanto riguarda il momento storico che per quello che era il pathos che si viveva in quel momento, l'impatto emotivo rispetto a quei fatti. Fu una dichiarazione forte che voleva rendere l'idea rispetto a quelle che erano le condizioni in cui si era chiamati ad operare. Noi, però, al di là delle opinioni personali, ci atteniamo a quelle che sono le verità giudiziarie''.