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Cantone è il nuovo procuratore di Perugia. Di Matteo: "Inopportuno: è vicino al Governo"

Valeria Di Corrado
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Raffaele Cantone è il nuovo procuratore di Perugia. Lo ha nominato il plenum del Consiglio superiore della magistratura, che però si è diviso. Cantone, ex presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, tornato in ruolo all’Ufficio del Massimario della Corte di Cassazione, ha avuto 12 voti, prevalendo sull’altro candidato proposto dalla commissione, il procuratore aggiunto di Salerno Luca Masini, che ha ne ha ottenuti 8. Quattro sono state le astensioni. Cantone prende il posto lasciato da Luigi De Ficchy, in pensione da giugno dello scorso anno, alla guida dell’ufficio che ha competenza sulle inchieste a carico dei magistrati romani e che indaga sul caso Palamara. A favore di Cantone hanno votato tutti i consiglieri laici e i togati di Area (la corrente di sinistra), mentre per Masini i gruppi di Magistratura indipendente (la corrente di destra) e di Autonomia&Indipendenza (la corrente creata da Davigo). Si sono astenuti i tre togati di Unicost (la corrente di centro) e il primo presidente della Corte di Cassazione, Giovanni Mammone.

In magistratura dal 1991, Cantone è stato sostituto alla Procura presso la Pretura di Napoli, assegnato alla sezione che si occupava di criminalità comune. Dal 1996 sostituto alla Procura di Napoli, è stato prima assegnato alla sezione criminalità economica e finanziaria e si è quindi occupato di indagini riguardanti reati tributari, societari, bancari e fallimentari. Poi dal 1999 al 2007, sempre alla Procura di Napoli, assegnato alla Direzione distrettuale antimafia, ha istruito numerosi processi riguardanti le infiltrazioni delle organizzazioni criminali nelle amministrazioni locali e ha avviato i principali filoni di indagine relativi all’infiltrazione del gruppo camorristico dei Casalesi nel settore dell’emergenza dei rifiuti e dei consorzi pubblico-privati in provincia di Caserta. Dal 2007 al 2011 ha prestato servizio all’Ufficio del Massimario della Corte di Cassazione, prima al settore civile poi a quello penale. Nell’aprile del 2014 stato scelto per l’incarico di presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione. Da ottobre dello scorso anno è stato ricollocato in ruolo nel suo precedente incarico al Massimario della Cassazione.

«Ritengo che non sia opportuno che Cantone vada a dirigere proprio quella procura che (ex art.11) è competente su ipotesi di reato commesse dai colleghi che lavorano negli uffici di Roma e che possono investire procedimenti che a vario titolo riguardano i rapporti tra magistrati e politici vicini o appartenenti alla stessa compagine politica decisiva per la nomina all’Anac. Pertanto ritengo preferibile che venga nominato un procuratore diverso, quale il procuratore Masini che ha sempre saputo coltivare il valore della indipendenza». Si è espresso così il togato indipendente Nino Di Matteo, durante la discussione al plenum del Csm sulla nomina del procuratore di Perugia. «Io avrei sostenuto la candidatura del dottor Cantone a una Procura diversa, ma non a Perugia. L’incarico all’Anac ha una fortissima connotazione politica, una connotazione che si è perfino accentuata, almeno quanto alla sua apparenza, quando per più volte il dottor Cantone è stato indicato come possibile premier della nuova compagine governativa», ha aggiunto. Di Matteo ha insistito insiste nel ricordare che il testo unico sulla dirigenza giudiziaria esige una «prudenziale» valutazione degli incarichi fuori ruolo «in modo che mai possa ingenerarsi nell’opinione pubblica il sospetto di mancanza di imparzialità».

 

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