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"Pena non sospesa, decorsi i termini". Ecco perché Carminati è libero

Le motivazioni del tribunale del Riesame. Il "Nero" ha già lasciato il carcere di Oristano

Andrea Ossino
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Accusato di essere il capo di un’associazione mafiosa capace di condizionare la vita economica e politica della Capitale, Massimo Carminati è stato arrestato nel 2014 mentre percorreva le stradine delle campagne di Sacrofano a bordo della sua Smart. Ma adesso, dopo circa cinque anni e mezzo costellati da processi che alla fine hanno fortemente ridimensionato le accuse contestate dalla Procura di Roma (facendo cadere il reato relativo all’aggravante mafiosa), il “Nero” torna a casa. 
 

Lascia il carcere di Massama
Zaino in spalla, una busta in mano, si è allontanato in taxi alle 13.30 in punto lasciandosi alle spalle una pattuglia di giornalisti appostati fuori dal carcere di Massama, a Oristano, in Sardegna, dove era recluso dopo aver già soggiornato nel carcere romano di Rebibbia, di Tolmezzo e in quello di Parma (quando venne sottoposto al 41 bis).

L’uomo che solo qualche anno fa è stato identificato come uno dei re della Roma criminale affronterà le battute finali del processo che lo riguarda da uomo libero. Un caso destinato a far polemica. 
 

Gli ispettori ministeriali e il provvedimento di scarcerazione
Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede avrebbe già delegato l’ispettorato generale del Ministero della Giustizia per svolgere i necessari accertamenti sulla scarcerazione dell’eccellente imputato. Ma le pagine con cui i giudici del Tribunale del riesame hanno motivato il provvedimento non lasciano molto spazio a interpretazioni. Si basano su un calcolo matematico:  "Deve ritenersi che in relazione ai capi di imputazione il termine complessivo massimo di custodia cautelare è scaduto, con la conseguenza che va disposta la scarcerazione dell'appellante", dicono i magistrati aggiungendo che nei confronti di Carminati non sono state applicate sospensioni della pena, che ha continuato invece a decorrere: "In definitiva – continuano - non può dirsi che nel procedimento in esame siano sospesi i termini di durata della misura cautelare, trattandosi di procedimento rientrante tra quelli per i quali non opera la sospensione". 

Un successo per i legali, Cesare Placanica  e Francesco Tagliaferri, del protagonista principale dell’inchiesta sul Mondo di Mezzo, su quella realtà che lo stesso Carminati così ha definito non sapendo di essere intercettato: "Ci sono i vivi sopra e i morti sotto e noi in mezzo, un mondo in cui tutti si incontrano. Il mondo di mezzo è quello dove è anche possibile che io mi trovi a cena con Berlusconi". 

Ecco perché è libero
Gli effetti della sentenza del 22 ottobre 2019 emessa dalla Corte di Cassazione, quella che ha definitivamente stracciato l’ipotesi di una “Mafia Capitale”, sono stati molteplici. Il rais della coop Salvatore Buzzi è andato ai domiciliari e Carminati non è più stato sottoposto al regime di carcere duro. E adesso è anche uscito di prigione. 

Condannato in primo grado a 28 anni di reclusione con l’accusa di essere promotore di un’associazione non mafiosa, il verdetto nei confronti di Carminati è poi stato ribaltato in appello: 14 anni e mezzo per associazione mafiosa. Dopo la Cassazione ha fatto cadere l’accusa di mafia e nel frattempo nei confronti di Carminati sono scaduti i termini di custodia cautelare iniziati nel novembre 2014: il “Nero” ha scontato i due terzi del reato più grave, ovvero la corruzione e può tornare a casa. La sentenza degli ermellini, motivata in “soli” 7 mesi circa, non ha permesso l’inizio del nuovo processo di appello che sarebbe dovuto servire a rideterminare le pene ed eventualmente condannare in via definitiva anche Carminati. E i termini della carcerazione preventiva non possono andare oltre. 

Così dopo circa 5 anni e mezzo il protagonista dell’inchiesta simbolo della Procura dell’ex capo Giuseppe Pignatone è libero. Proprio come aveva predetto l’ex esponente della Banda della Magliana Antonio Mancini: "Sono pronto a scommettere - si legge nel suo libro - Non più di 5 anni perchè era nella cultura della banda che fino a 5 anni si poteva fare, oltre no. Diventava una pesantezza".

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