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Nessuna pietà: l'Imu si paga. Gli italiani aspettano i soldi del governo, intanto sborsano

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Entro il 16 giugno va versata la tassa sulla seconda casa che ora comprende anche la vecchia Tas

Pietro De Leo
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Nella volatile dimensione del contismo di governo si pensa agli Stati Generali dell’economia, litigando sul quando come, con chi e soprattutto sul perché. Qui sotto, sulla terraferma dei comuni mortali, tra qualche giorno occorrerà mettere mano al portafogli e sganciare 11 miliardi. 

 

È l’ammontare, preventivato qualche giorno fa dal Presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa, dell’acconto della nuova Imu, che riformata prevede l’integrazione della vecchia Tasi. Soltanto alcune categorie sono state esentate, e sono le strutture relative al comparto turistico. Fuori dal recinto, mazzata. A prenderla dritta sul capo saranno dunque altri comparti di impresa e del commercio, gli studi professionali, i capannoni industriali e poi le famiglie, visto che l’appuntamento riguarderà i proprietari di seconde case, o di prima casa «immobile di lusso». A meno che i singoli comuni non decidano una proroga, come già ha stabilito di fare, per esempio, Brugnaro a Venezia. 

Non resta che pregare Santo Sindaco di turno, quindi, magari mosso a pietà dalle condizioni pietose dei budget familiari, perché il governo, almeno per ora, non pare intenzionato a qualche iniziativa in merito. Chissà, magari ribolle il riflesso incondizionato dei post comunisti e dei grillini più di sinistra contro «la roba», stante che l’investimento immobiliare è da sempre feticcio della lotta di classe. 

 

Tuttavia in un momento in cui la residua classe media rischia di vedere un deragliamento sociale più grave del 2008, la data del 16 è un allarme. A dirlo sono i dati, economici e occupazionali. Sul secondo versante, per esempio, l’Istat nelle sue prospettive per l’Economia italiana per il 2020-2021 ha segnalato che nei primi quattro mesi di quest’anno la quota di inattivi è aumentata di mezzo milione...

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