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Gilet arancioni, l'ex generale Pappalardo guida la rivolta sociale: pronti alle bombe

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“Uscite dal guscio scendete in piazza e ribellatevi”. Dopo piazza del Duomo a Milano l’ex generale Antonio Pappalardo lancia il suo anatema pure in Piazza del Popolo a Roma davanti a qualche centinaio dei suoi gilet arancioni. Una manifestazione che giunge a poche ore da quella del centrodestra e dai toni decisamente più bellicosi. Le mascherine sono l’eccezione, la regola invece i ‘vaffa’ nei confronti del premier Giuseppe Conte e del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il Capo dello Stato viene definito un “impiegato che gira la testa dall’altra parte” mentre il presidente del Consiglio deve rispondere di “gravissimi reati” a partire “dall’avere chiuso in casa gli italiani davanti a questa pandemia che è una boiata”. Bocciati senza appello pure i dispositivi di protezione personale. “A chi vuole mettermi la mascherina io lo prendo a schiaffi. I polmoni sono i miei e so io come curarli”, dice a chiare lettere Pappalardo fra gli applausi dei suoi sostenitori che invita ad abbracciarsi in barba al distanziamento sociale.

L’ex generale lancia poi il suo programma che parte dal “ritorno alla nostra moneta nazionale” e la conseguente uscita dall’Ue. L’unico antidoto, a suo dire, ai “mascalzoni che hanno venduto il nostro Paese alle potenze mondiali”. Pappalardo parla da un piccolo podio dove è presente la foto di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Una scelta che la sorella del magistrato morto a Capaci bolla come “intollerabile”. Ma è tutto l’arco parlamentare a prendere le distanze dall’ex generale. “Siamo lontani anni luce dalle insensatezze dei gilet arancioni”, precisa Anna Maria Bernini di Forza Italia e pure Giorgia Meloni sottolinea con forza come Fdi non abbia nulla a che fare con i manifestanti. Dal centrosinistra il vicepresidente della Regione Lazio, Daniele Leodori, parla di gilet “rossi di vergogna” mentre per Nicola Fratoianni di Leu si tratta semplicemente di uno “spettacolo indecente”.

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