L'Austria chiude la porta in faccia all'Italia
L’ Austria ha annunciato che i controlli d’ingresso alle sue frontiere terrestri introdotti a causa della pandemia di coronavirus saranno eliminati da giovedì, tranne quelli alla frontiera con l’Italia. «Da domani non ci saranno più controlli per entrare in Austria», ha detto il ministro degli Esteri Alexander Schallenberg mercoledì in una conferenza stampa, ma ha aggiunto che le restrizioni al confine con l’Italia rimarranno in vigore per ora.
Video su questo argomentoRiaprono le frontiere, ecco com'è andata a Fiumicino | VIDEO
Ed è subito polemica. «L’ Austria rimuove i controlli con tutti paesi confinanti tranne che con l’Italia; la Slovenia continua indisturbata a filtrare a suo piacimento gli ingressi italiani, salvo poi voltarsi dall’altra parte quando ad attraversare il confine con il FVG sono i migranti. Inutile che il nostro ministro degli Esteri faccia la voce grossa dicendo che l’Italia non è un lazzaretto e pretendendo rispetto da parte dei paesi europei che ci chiudono la porta in faccia: i fatti dimostrano che la sua è una voce flebile e inascoltata, con il risultato che l’Italia sta continuando a subire un danno economico e d’immagine devastante. Non è più tempo di colloqui telefonici o incontri di cortesia: i prossimi appuntamenti con i suoi omologhi di numerosi stati europei diranno agli italiani se Di Maio ha il peso specifico per ricoprire quel ruolo». Lo scrive in una nota Sandra Savino, deputata e coordinatrice di Forza Italia.
«Apprendiamo che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte parlerà oggi alle 18. Ci auguriamo che dal Governo arrivi finalmente qualche certezza per il comparto del turismo. È inaccettabile che ciascun Paese nell’area Schenghen si muova da solo. Serve una regia comunitaria per gestire questa fase. L’ Austria chiude i confini con l’Italia. Il Governo come intende reagire ? Questa è la domanda che poniamo al presidente del Consiglio e su cui ci aspettiamo una risposta. Il turismo muore con la chiusura dei confini». Lo afferma il senatore UDC Antonio De Poli. «La decisione di Vienna rischia di avere un impatto devastante sulla nostra filiera turistica. Penso al Veneto - che oggi è regione Covid free fra l’altro - dove una domanda importante in questo comparto, soprattutto nel comparto del Bacino termale Euganeo, arriva proprio da Paesi come l’ Austria e la Germania».