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Dal Palio di Siena al calcio fiorentino. Diario degli eventi che non ci saranno

Massimiliano Lenzi
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Il primo vocabolario della lingua italiana, quello dell’Accademia della Crusca, anno 1612, alla parola calcio tra le altre cose riportava: «È calcio anche il nome di un gioco, proprio e antico della città di Firenze, a guisa di battaglia ordinata, passato da’ Greci a Latini, e da’ Latini a noi». Si tratta del calcio storico fiorentino che quest’anno non si disputerà, causa coronavirus. La manifestazione 2020, che ogni anno richiama a Firenze tra fine maggio e giugno migliaia di turisti e di appassionati e incarna uno dei riti più amati e antichi del capoluogo toscano, salta. E pensare che non si era fermata neppure durante l’assedio di Firenze, anno 1530, quando anzi si tenne forse una delle partite più celebri della sua storia, una partita che fu anche una sfida al nemico che assediava con violenza la città.

Dei grandi eventi storici e di spettacolo italiani, però, il calcio storico non è l’unica vittima. Se da Firenze ci spostiamo nella vicina Siena, città odiata dai fiorentini, scopriamo che anche il Palio di Siena - famoso in tutto il mondo - non andrà in scena. Il Palio di luglio, a causa della pandemia di Covid-19, è annullato. E pure quello di agosto, il Palio dell’Assunta, non si farà.

E siccome non c’è due senza tre, se da Firenze e Siena ci trasferiamo ad Arezzo, sempre in Toscana, incontriamo un altro annullamento: la Giostra del Saracino, manifestazione famosa e spettacolare, il 20 giugno non si terrà. Su quella di settembre, invece ci sono ancora speranze, ovviamente virus permettendo. «Resta regolarmente in programma - si legge sul sito giostradelsaracinoarezzo.it - almeno per adesso, l’edizione della Giostra dedicata al Maestro Arturo Benedetti Michelangeli nel primo centenario della nascita, fissata per domenica 6 settembre e subordinata alla possibilità del suo svolgimento in condizioni di sicurezza per giostratori, figuranti e spettatori, condizioni imprescindibili anche per tutti gli eventi collaterali, comprese le settimane del quartierista».

Di queste giostre aretine, in una Toscana che nel millennio passato è stata culla del mondo, soprattutto dal Trecento al Cinquecento, aveva scritto persino Dante Alighieri nel Canto XXII dell’Inferno (Divina Commedia): «Corridor vidi per la terra vostra, o Aretini, e vidi gir gualdane, fedir torneamenti e correr giostra». 

Chi invece, nonostante la paura che da troppi mesi sta attraversando l’Italia intera, sembra non voler mollare la storia che si fa spettacolo e memoria, è Venezia. Nella città lagunare, il 6 settembre, andrà in scena la consueta Regata Storica, l'appuntamento principale del calendario annuo di gare di Voga alla Veneta, una disciplina unica al mondo praticata da millenni nella laguna di Venezia. Il comune di Venezia sta cercando di capire come farla ma l’evento, per adesso, è confermato. Perché come ripeteva spesso un veneziano famoso, Giacomo Casanova, «chi ha deciso di fare qualcosa, e non pensa ad altro, supera tutti gli ostacoli». Compresa la paura.
 

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