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Un Molise tutto da mangiare

Alessio Buzzelli
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“Il Molise non esiste”: una battuta a dir la verità non molto divertente, che spesso si sente dire quando per qualche motivo si parla della piccola, ma tutt’altro che ininfluente, Regione italiana. Un’ironia spicciola di solito tesa a snobbare il Molise per la sua presunta scarsa importanza nello scacchiere dello Stivale o la sua irrilevanza rispetto a regioni più famose e più grandi. Be’, niente di più falso. Perché non solo il Molise – ovviamente – esiste, ma è tutt’altro che irrilevante, anche e soprattutto sotto il punto di vista gastronomico e agroalimentare, che è quello che qui ci interessa. Sarà anche la regione più piccola d’Italia, eppure il Molise è uno scrigno di tradizioni e di eccellenze che ha pochi pari in Europa e che oggi, finalmente, si sta prendendo il posto che merita nei palati dei “gastronauti” di tutto il mondo. Merito anche di MoliseFood, ambizioso e riuscitissimo progetto di promozione di qualità enogastronomica e turistica finalizzato a far conoscere il “Made in Molise” in giro per il globo. Nato due anni fa con il coinvolgimento di circa 20 aziende agricole e un paniere di prodotti di eccellenza enogastronomica e identitari della regione, oggi MoliseFood può contare su ben tre store aperti a Roma (apertura del quarto prevista subito dopo Natale nel quartiere Parioli), con l’obiettivo di espandersi nel resto d’Italia. E questo solo per restare nei nostri confini, perché in giro per il del mondo è già attivo un punto vendita in Spagna (a Siviglia) e tra poco anche uno negli Stati Uniti, in attesa del già pianificato sbarco nell’immenso mercato cinese. Un successo internazionale, di cui il fondatore e direttore generale, Francesco Caterina, è stato principale animatore e artefice, seguendo da sempre nel suo lavoro una strategia tanto coraggiosa quanto vincente. Uno dei segreti alla base del successo del progetto MoliseFood, infatti, sta in quella “riumanizzazione della vendita” – come l’ha definita Caterina - che in quest’epoca di e-commerce, acquisti on-line e negozi virtuali sembrava definitivamente sconfitta: “tutto sta andando nella direzione del commercio elettronico, delle consegne con il drone e degli acquisti isolati e freddi- ha spiegato Francesco Caterina. Una delle chiavi del progetto MoliseFood è invece la riumanizzazione della vendita,  dove il personale è formato per spiegare, informare, consigliare e accompagnare il cliente ad una educazione alimentare, spiegando come e perché mangiare sano e conoscere la filiera produttiva sia indispensabile”. Una filosofia, questa, in netta antitesi a quella dominante fatta di enormi brand multinazionali dall’offerta omologata e globalizzata, da cui MoliseFood ha scelto di sganciarsi per puntare sul locale, sulla tradizione e, soprattutto, sulla condivisione di tutto quello che sta dietro le produzioni proposte nei loro negozi. Negli store MoliseFood, infatti, oltre all’acquisto dei prodotti, il cliente viene preso per mano e guidato “dentro” le storie che quegli stessi prodotti portano con sé, grazie anche alla possibilità di poter degustare in negozio tutto ciò che si vuole. Dopotutto, come spiegato da Caterina, persino  “Amazon, agli esordi, dava per certo di non aprire negozi fisici. Ma poi nel 2017 si è smentita acquistando la catena Whole Food, un'operazione da circa 13.7 miliardi di dollari”. “Forse perché – ha concluso il patron di MoliseFood - anche il re dello shopping online si è reso conto che il food si vende (meglio) soprattutto guardandolo, odorandolo e assaggiandolo dal vivo”. E il suo progetto ne è la conferma. Insomma, il Molise non solo esiste, ma è anche buonissimo da mangiare. 

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