cambio di ministero
Conte ufficializza il rimpastino. La Locatelli giura davanti a Mattarella
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Lorenzo Fontana spostato al dicastero delle Politiche comunitarie, Alessandra Locatelli, anche lei leghista, nuovo ministro della Famiglia: il nodo del ministero degli Affari europei, dopo che Paolo Savona si è trasferito alla Consob, viene sciolto con una doppia mossa, senza scossoni. I nomi, proposti dal leader leghista Matteo Salvini, hanno ricevuto già in mattinata il placet del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ed alla 18 breve cerimonia di giuramento al Quirinale. Fontana sembra poter adottare nei confronti dell’Europa una linea più pragmatica rispetto a Savona. Il primo test lo si avrà immediatamente: se i tempi dovessero essere rispettati tra pochi giorni si presenterà al Parlamento Europeo, per essere confermata nell’incarico, il nuovo presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. Al momento la sua maggioranza ancora non pare consolidata e la circostanza può dare spazio alla delegazione leghista. «A me piacerebbe già che non si parlasse più di cordone sanitario perché la ritengo una cosa insultante per il nostro paese», manda a dire Fontana. Quanto a von der Leyen, «Bisogna capire cosa propone. Serve un dialogo concreto, non fantasioso. Dobbiamo capire se c’è ascolto rispetto ai temi che vogliamo proporre». Il nuovo ministro delle Politiche familiari dovrebbe operare senza soluzione di continuità rispetto al passato. Legata a Salvini anche da un rapporto di amicizia personale, Locatelli è una leghista doc, militante del Carroccio dal 1993. Prima di diventare assessore alla Politiche sociali e vice sindaco di Como nel 2017, ha avuto esperienze professionali nel sociale: è stata prima educatrice e poi responsabile di una comunità per disabili Anffas Onlus, a Como. «Il Forum delle associazioni familiari confida nella possibilità di un cambio di passo sui temi che stanno maggiormente a cuore alle famiglie italiane», chiede comunque il presidente nazionale del Forum delle associazioni familiari, Gigi De Palo. Ben più polemico il Partito Democratico. «Tanto tuonò che piovve: Lega e M5S si accordano per un rimpasto in stile Prima Repubblica per continuare a vivacchiare», commenta il coordinatore della segreteria nazionale Pd Andrea Martella.