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Allarme Italia, crescita zero ma nessuna manovra correttiva. Tria esclude: "Mai chiesta"

L'Italia si avvia a una crescita pari allo zero per il 2019 ma non ci sarà alcuna manovra correttiva, nessuno ce la chiede. Il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, dal Festival dell'economia di Firenze illustra lo stato di salute del Paese ed elenca le ricette per la ripresa: subito lo sblocca cantieri e il dl crescita contro la stagnazione, «spero prima del Def», e «un grande piano coordinato per il Mezzogiorno, puntato su innovazione tecnologica, formazione, infrastrutture, investimenti pubblici». Poi mette in guardia chi attacca il sistema bancario italiano: «Significa avallare una campagna europea che ci sta mettendo in difficoltà e minare l'interesse nazionale». Immediata la replica del premier Giuseppe Conte: «Non mi sembra che ci siano i presupposti per parlare di attacco alle banche. Conserviamoci tutti lucidi». Invece va varato «assolutamente al più presto» il decreto delle banche, annuncia specificando che «c'è solo qualche aspetto tecnico ma sicuramente domani vedo anche il ministro Tria». Poi Conte assicura che il decreto crescita sarà portato in Cdm «in settimana», avvertendo che «le riforme già varate non sono ancora nulla rispetto a quelle che stiamo per varare. L'impegno è ricostruire la fiducia tra cittadini e istituzioni». Il presidente del Consiglio sottolinea anche che «la radice dei mali dell'Italia è la perdita di fiducia: l'assenza di fiducia negli altri frena lo slancio verso il futuro» e «mina il funzionamento dei mercati». Sul tema crescita il presidente degli industriali Vincenzo Boccia chiarisce le previsioni di Confindustria che parlano di un'Italia ferma sono «una sveglia che vogliamo dare al governo, una sfida in positivo, non è un attacco: non possiamo subire il rallentamento economico ma bisogna reagire. Non possiamo dibattere solo su due o tre questioni di contratto di governo ma serve un intervento organico di politica economica». E invoca unità all'interno dell'esecutivo: «Ci sono grandi divergenze» tra i due partiti di governo «ma in questo momento ci vorrebbe compattezza, bisogna superare i conflitti». Quanto a un ritorno al voto risponde: «Se le divergenze sono strutturali bisogna prenderne atto e non andare avanti e galleggiare. C'è una manovra a fine anno da fare». Pioggia di critiche all'esecutivo dall'opposizione. «Il Paese sta morendo perchè questo governo sta perdendo la credibilità, questo è il vero problema», affonda il segretario del Partito democratico, Nicola Zingaretti, commentando le parole di Tria. «Le divisioni, ormai su tutto, di questo governo stanno paralizzando l'Italia e gli effetti li pagano gli italiani», aggiunge. «Finalmente il ministro Tria si è accorto che la crescita dell'Italia si sta avviando verso lo zero. Gli andrebbe però chiesto su quali basi fantascientifiche il Tesoro aveva prima previsto una crescita del 2,4 e poi dell'1%, mentre tutti gli indicatori segnalavano che il Paese era in recessione», afferma la capogruppo di Forza Italia in Senato, Anna Maria Bernini. «Siamo davanti ad un rallentamento della crescita in tutta Europa e in Italia, nel 2019, si avvia verso lo zero», spiega Tria. «Ora siccome l'Italia da anni cresce un punto in meno degli altri paesi europei noi ci avviamo verso lo zero. - argomenta - In questo periodo siamo di fronte a un rallentamento della crescita europea. Si è fermato il motore dell'Europa, la Germania, e ne ha risentito la parte produttiva dell'Italia, il manifatturiero, legata al manifatturiero della Germania». E ci sono subito dei provvedimenti da prendere: «In questi giorni approveremo i decreti sblocca cantieri e poi le misure necessarie per contrastare la stagnazione, spero che lo sblocca cantieri venga approvato subito, anche prima dell'approvazione del Def. Non c'è stabilità finanziaria senza stabilità sociale», dice ancora il ministro. Poi torna sul tema del sistema bancario italiano «tra più sani d'Europa e forse del mondo». «Attaccarlo», incalza il ministro, «mettere in dubbio la sua solidità e la sua resilienza a momenti difficili, significa avallare campagne europee che ci stanno mettendo in difficoltà e minare l'interesse nazionale nel momento in cui stiamo negoziando come arrivare all'unione bancaria». Tria evidenzia che «a parte alcuni casi, pochi, di malagestione di alcune banche italiane, che hanno portato al loro fallimento, ora il sistema bancario si è consolidato. Non ha qualcosa da nascondere, sono altri che hanno problemi da nascondere». «Le nostre banche non erano piene di titoli velenosi e derivati pericolosi, come avevano e hanno ancora molte banche europee, alcune tedesche», conclude. Domani l'Ocse presenterà l'Economic Survey sul nostro Paese e difficilmente potrà smentire la previsione rilasciata il 6 marzo scorso nel suo Interim Economic Outlook in cui ha rivisto nettamente al ribasso la sua stima sul Pil italiano per l'anno in corso, portandola a -0,2% dal +0,9% di novembre scorso e quelle per il 2020, portandola dal +0,9% al +0,5%. (agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev agenziavista.it)

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