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Cara sinistra, le sardine ce l'hanno soprattutto con te

È sempre bello quando migliaia di cittadini scendono in piazza per la politica. Lo è quando a convocarli è Matteo Salvini, come è accaduto spesso negli ultimi mesi. E lo è quando a manifestare sono gli antisalviniani, come in realtà successo assai più raramente.   E non è giusto, a mio avviso, neanche accusare le cosiddette “sardine” di non aver formulato alcuna proposta politica. Dopo mesi, anni, in cui il fronte anti-populista è apparso totalmente abulico e allo sbando, è già tanto se migliaia di giovani decidono di dedicare alcune ore della loro giornata alla politica. Fosse anche solo per dire no.   Il punto, però, è un altro. E cioè che se la sinistra si illude che il movimento delle sardine e i vari epigoni che si stanno diffondendo in diverse città rappresentino una chiave di volta della politica nazionale, e cioè l'inizio del declino del salvinismo, si sbaglia di grosso.   Le sardine, in realtà, sono contro Salvini solo nominalmente. Ma, in una forma più sottile, ce l'hanno soprattutto con la maggioranza di governo. Pensateci: ci sarebbe stato bisogno di un movimento che fa opposizione all'opposizione se solo Pd e 5 Stelle fossero stati capaci, una volta insieme al potere, di formulare una proposta politica appena decente? Se fossero stati capaci di contrapporre una loro narrazione a quella di Salvini?   Con le sardine si è scoperto quello che, in fondo, già si sapeva. Cioè che esiste una larga fetta di italiani a cui Salvini non piace. Ma che, nonostante le piazze piene, al momento in politica resta senza voce, nessuno la rappresenta. Tantomeno Pd e Cinquestelle.

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