Caos Ecuador, è stato d'emergenza. Uomini armati irrompono in studio tv
Roma, 10 gen. (askanews) - Caos in Ecuador. Il presidente Daniel Noboa ha dichiarato "il conflitto armato interno" e lo stato d'emergenza di 60 giorni dopo che Adolfo Macias, alias Fito, boss del narcotraffico, è evaso da un carcere di massima sicurezza di Guayaquil e si è accesa un'ondata di violenza con attacchi apparentemente coordinati in tutto il Paese che finora hanno provocato almeno dieci morti.
È stato preso d'assalto lo studio di un'importante emittente televisiva durante una trasmissione in diretta. Le forze speciali della polizia hanno poi arrestato tutti gli uomini armati mascherati che hanno fatto irruzione nella sede della TC Televisiòn a Guayaquil e preso in ostaggio dipendenti. Con pistole, fucili, mitragliatrici, granate e candelotti di dinamite, sono entrati durante il notiziario mentre i dipendenti si sdraiavano a terra terrorizzati e gridavano di "non sparare" davanti alle telecamere, prima che il segnale venisse interrotto. "Eravamo in redazione. Poi ho visto un collega con la faccia terrorizzata che diceva: 'Stanno venendo a ucciderci. Sono già entrati' - ha raccontato un dipendente del canale - poi ho sentito degli spari. Un sacco di rumore. A quel punto sono uscito, ho preso il mio cellulare e ho iniziato a correre come un pazzo verso un luogo sicuro".
Le scene scioccanti in diretta tv sono arrivate mentre gruppi criminali sono entrati in azione in tutto l'Ecuador, insieme a nuovi scoppi di violenza nelle carceri. Ci sono state segnalazioni di uomini armati entrati in un'università di Guayaquil e di saccheggi nel centro di Quito. Il presidente Noboa ha emesso un decreto che designa 20 bande di trafficanti di droga come gruppi terroristici e ha autorizzato l'esercito a "neutralizzare" le fazioni criminali "entro i limiti del diritto umanitario internazionale".
"Il presidente Daniel Noboa Azin, attraverso il Decreto Esecutivo numero 111, ha stabilito una missione molto chiara per noi - ha detto Jaime Vela, capo del Comando Congiunto delle Forze Armate - da questo momento in poi, ogni gruppo terroristico identificato nel suddetto decreto è diventato un obiettivo militare. È in gioco il presente e il futuro del nostro Paese".
Anche il Perù ha dichiarato lo stato d'emergenza lungo il confine settentrionale con l'Ecuador con lo schieramento di un numero imprecisato di truppe.