Familiarità tumore prostata, prof. Mirone: serve sforzo culturale
Milano, 16 nov. (askanews) -
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Vincenzo Mirone
Presidente Fondazione PRO Onlus
Roma, 16 nov. (askanews) - Nonostante i casi di incidenza siano 40 mila l'anno e i morti 7 mila, gli italiani adulti non fanno prevenzione per il tumore alla prostata. Soltanto il 6% degli uomini italiani ha eseguito uno screening di tipo oncologico per prevenire questo tipo di carcinoma mentre il 40% non ha fatto alcun tipo di controllo e il 57% esclusivamente un controllo generico. Sono i numeri emersi dallo studio Ipsos presentato a Roma durante il convegno 'Androday', organizzato da Fondazione Pro. In questa situazione la chiave è la prevenzione e per questo la Fondazione, Fnomceo e Agenas con il supporto di Netmedica, hanno lanciato il progetto di screening nazionale sulla familiarità del tumore prostatico.
"Se c'è una familiarità il cancro alla prostata raddoppia la sua presenza in quella famiglia. Noi abbiamo in questo momento in Italia 564 mila uomini con cancro alla prostata, come se una città come Bologna fosse abitata solo da cancri alla prostata", ha spiegato il professor Vincenzo Mirone, presidente di Fondazione PRO Onlus.
"Come possiamo combattere il carcinoma? Con una prevenzione culturale: far arrivare nelle case degli italiani banali domande che chiedono se ci sono stati nonni, zii, o padri con carcinoma alla prostata e se ci sono stati cancri della mammella. Pensando che ogni anno in Italia muoiono 7 mila pazienti con cancro alla prostata è evidente che questo sarebbe il modo migliore per ridurre la mortalità. È uno sforzo culturale, è un primo passo molto importante e noi continueremo a lavorare con convinzione e forza in questo senso", ha assicurato Mirone.