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Sui morti di Bucha si scatena la guerra delle ricostruzioni

Roma, 5 apr. (askanews) - I soldati russi hanno lasciato Bucha il 30 marzo. I giornalisti dell'agenzia France Presse sono entrati nella cittadina il pomeriggio del 2 aprile. Le loro riprese quel giorno, che qui vediamo hanno certificato la presenza di corpi sulle strade, già mostrati da un video di fonte ucraina poche ore prima.

A ruota sono arrivati i cronisti da tutto il mondo. Mentre si cominciava a parlare di crimini contro l'umanità commessi dall'esercito russo, e di una inchiesta del tribunale penale internazionale, Mosca ha reagito, da un lato parlando di una messa in scena: fra gli altri lo ha detto il ministro degli Esteri Sergey Lavrov.

Dall'altro sostenendo che in ogni caso se i morti ci sono, i colpevoli non sarebbero russi.

L'ipotesi della messa in scena è considerata inattendibile dai cronisti di numerose testate che hanno intervistato i residenti di Bucha e ripreso immagini di tombe, cadaveri e fosse comuni.

Un'inchiesta del New York Times vuole smentire poi che i corpi non ci fossero quando l'esercito russo ha lasciato Bucha il 30 marzo. Mette a confronto le prime immagini ucraine dei cadaveri del 2 aprile, con foto satellitari che risalgono almeno al 19 marzo e che indicano la presenza di quei corpi già abbandonati in strada.

"Non si tratta di quello che pensiamo noi" dice Vladyslav Minchenko" mentre aiuta a caricare i corpi, questi sono civili, questo portava delle patate, i cecchini gli hanno sparato alla testa, per noia".

Intanto il presidente ucraino Zelensky sostiene che i russi potrebbero cancellare prove di crimini di guerra in altre città. Ma le polemiche continuano soprattutto sui social; come se fosse troppo doloroso credere che in guerra questi orrori succedono.

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