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In Cina Omicron fa tornare in lockdown 30 milioni di persone

Roma, 15 mar. (askanews) - Circa 30 milioni di persone sono in lockdown in Cina, mentre i casi di contagio continuano ad aumentare a Shangai, Jilin, Guandong e in altre province cinesi, con un ritorno ai test di massa e agli operatori sanitari con le tute integrali nelle strade, immagini che non si vedevano dall'inizio della pandemia.

Pechino si trova a lottare in condizioni "gravi e complicate" per tenere sotto controllo l'ultima ondata di Covid-19, fanno sapere i responsabili della Commissione nazionale sanità.

"Recentemente, diversi cluster sono scoppiati in numerosi luoghi della Cina. Si tratta principalmente della variante Omicron, che si diffonde rapidamente ed è difficile da individuare - spiega Mi Feng, portavoce della Commissione nazionale della sanità - Dall'inizio di marzo, la frequenza dei focolai è aumentata in modo significativo, il numero delle persone infettate è aumentato rapidamente e la portata dell'infezione continua a estendersi. In totale sono state colpite 28 province. Questo ha reso ancora più difficile la prevenzione e il controllo dell'epidemia e la situazione in materia di prevenzione e controllo è grave e complicata".

Secondo i dati, è aumentata la pressione per controllare i casi importati dall'estero. In due settimane (1-14 marzo) il numero di contagi locali segnalati ha superato quota 15.000.

Quasi tutti asintomatici, secondo Jiao Yahui, direttrice dell'ufficio dell'amministrazione medica, presso la Commissione nazionale della sanità, che cita il caso della provincia nordorientale di Jilin.

"Nella provincia di Jilin, da questa mattina, 8.201 persone sono ricoverate. Tra di loro ci sono due pazienti in stato critico e due pazienti gravi nella città di Changchun. I casi normali (meno gravi, ma sintomatici, ndr) sono circa il 4% di tutti i pazienti. In altri termini più del 95% dei pazienti sono asintomatici o presentano sintomi leggeri".

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