Neil Young lascia Spotify dopo l'ultimatum sul podcast no-vax
Roma, 27 gen. (askanews) - "O Rogan o Young", e alla fine Spotify ha scelto Joe Rogan, il comico americano conduttore di un podcast ("The Joe Rogan Experience") seguitissimo e accusato di dare spazio alle teorie contro il vaccino anti-Covid. Un podcast nato nel 2009, ma dal 2020 disponibile solo sulla piattaforma di streaming musicale fondata dall'imprenditore svedese Daniel Ek, con il quale ha stretto un accordo di esclusiva da 100 milioni di dollari.
Con la sua decisione estrema il leggendario cantante folk americano rischia di perdere il 60% degli introiti legati allo streaming, scrive The New York Post.
"Vogliamo che la musica mondiale e i contenuti audio siano disponibili per gli utenti di Spotify", ha spiegato un portavoce dell'azienda al Wall Street Journal. "Da questo deriva una grande responsabilità nel bilanciare sia la sicurezza per gli ascoltatori che la libertà dei creatori".
Dall'inizio della pandemia, fa poi notare il portavoce, Spotify ha rimosso più di 20.000 casi di podcast legati al Covid. Ciò nonostante le proteste del cantante di "Hearth of Gold" non erano sufficienti per mettere a tacere lo show del commentatore tv e comico americano, seguito da 11 milioni di utenti.
"Ci dispiace per la decisione di Neil di rimuovere la sua musica da Spotify, ma speriamo di potergli dare presto il benvenuto", ha dichiarato un portavoce del colosso dello streaming musicale.
In una lettera, ora cancellata dal suo sito ufficiale, Young, 76 anni, ha accusato Spotify di avere dato uno spazio non meritato a Rogan e alla sua disinformazione sui vaccini anti-Covid. Un appello che si concludeva con l'ormai noto ultimatum: "Possono avere Neil Young o Rogan. Non entrambi". "Perdere il 60% degli introiti mondiali di streaming lasciando Spotify è un'operazione molto grossa, una mossa costosa, ma che vale la pena fare per la nostra integrità e le nostre convinzioni. La disinformazione sul Covid è ormai sopra le righe".