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Kazakistan, violenti scontri contro l'aumento dei prezzi del gas

Roma, 5 gen. (askanews) - Manifestanti hanno preso d'assalto il municipio di Almaty, la più grande città del Kazakistan, nel corso delle proteste contro l'aumento dei prezzi del gas nel Paese dell'Asia centrale.

Circa 5.000 persone sono state disperse dalla polizia a colpi di gas lacrimogeni e granate assordanti ad Almaty, secondo dei giornalisti di Afp. "Dimissioni del governo" e "Fuori i vecchi", gridavano i manifestanti in riferimento all'ex presidente Nursultan Nazarbaev, che ha governato il paese dal 1990 al 2019 e conserva una grande influenza.

Il movimento di protesta scoppiato domenica in una città di provincia si è esteso ad Almaty, capitale economica del paese, nella notte tra martedì 4 e mercoledì 5 gennaio.

Il presidente kazako Qasym-Jomart Toqayev ha promesso una risposta "ferma" davanti ai disordini senza precedenti che scuotono il paese e nel corso dei quali i manifestanti hanno preso d'assalto gli edifici governativi. Nell'ex Repubblica sovietica internet e i telefoni cellulari sono stati bloccati.

Nel tentativo di arginare la crisi, il presidente Tokayev ha licenziato il governo e nominato Alikhan Smailov, ex vice-premier, primo ministro ad interim; ha inoltre dichiarato lo stato di emergenza in diverse regioni, tra cui Almaty e la capitale Nur Sultan, e decretato il coprifuoco dalle 23 alle 7.

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