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"Gomorra" si chiude con la resa dei conti fra Genny e Ciro

Roma, 15 nov. (askanews) - Ha cambiato per sempre la serialità italiana, ha suscitato molte polemiche ma soprattutto ha appassionato gli spettatori di 190 Paesi del mondo e ora arriva al suo capitolo finale: dal 19 novembre su Sky e in Streaming su Now arriverà l'ultima stagione di "Gomorra". Roberto Saviano co-firma il soggetto di questi ultimi dieci episodi, in cui vedremo l'ultimo atto della storia di amicizia e rivalità tra Genny Savastano e Ciro Di Marzio. C'era anche lo scrittore alla presentazione di Gomorra 5, insieme alla produzione e naturalmente ai due interpreti, Salvatore Esposito e Marco D'Amore.

"Non era una operazione para-documentaristica, di andare a vedere semplicemente belve assetate di sangue che si fronteggiano, c'era l'obiettivo di raccontare una narrazione profondissima in grado di raccontare il nostro tempo, il nostro modo. Allo spettatore viene detto: ecco, come è, ecco questo punto di vista, ti appartiene, non è una storia distante da te, non è una vita lontana. E' il tuo Paese, è il tuo mondo", ha spiegato Saviano.

Gli ultimi dieci episodi si aprono con Genny Savastano che è costretto alla latitanza e mentre si appresta a condurre una battaglia contro gli ultimi nemici viene a sapere che Ciro è vivo. Da lì parte la resa dei conti. I due attori protagonisti, alla fine di questa avventura dicono:

"Potremmo citare tanti esempi, alcuni divertenti. Io per esempio porto sempre nel cuore, quando ho incontrato il mio idolo, Maradona, per la prima volta, che mi ha abbracciato e mi ha detto 'è un grande onore per me, sono un grande fan'. Ho detto: Diè, ma stai pazziando? Ma che è?", ha raccontato Esposito-Genny.

"Questa è una serie che non ha nulla a che fare con la facilità e con la semplicità: è stato tutto difficile, è stato difficile girare in quei territori, è stato difficile farci portatori di quei racconti, è stato difficile vivere per così lungo tempo con questo materiale. E questo ci ha pesato sulla vita, perché noi questo mestiere così lo abbiamo fatto", ha aggiunto D'Amore-Ciro.

La serie è stata spesso accusata di mostrare unicamente l'universo criminale e di creare, per questo, modelli a cui ispirarsi. Oggi D'Amore e Saviano rispondono a queste accuse in maniera chiara e definitiva.

"Quello che non sapete è che, ahimè, e lo dico con il dolore nel cuore perché quella è la mia terra, quei ragazzi con Gomorra si fanno quattro risate. Perché non siamo noi l'esempio, perché ce l'hanno tutti i giorni davanti agli occhi nei luoghi in cui lo stato non esiste", ha detto D'Amore.

"I protagonisti sono già sconfitti, ma lo sanno loro stessi. Tutti attendono solo di morire, quando morire, e prima di morire cosa fare, ma nessuno, nessuno, nessuno pensa di farcela, mai. E' un mondo che sta dando questo segnale terribile: se agisci così significa che hai già perso.

La serialità non chiede allo spettatore di giudicare, ma di ascoltare e osservare, sentire", ha concluso Saviano.

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