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Perché Merkel (e Navalny) criticano il bando Twitter a Trump

Milano, 12 gen. (askanews) - Bandire Donald Trump da Twitter è "problematico". La cancelliera tedesca Angela Merkel ha sempre avuto rapporti gelidi con Trump, ma ancora una volta dimostra di essere donna di principi. Il capo di governo da Berlino ha criticato il divieto di Twitter al presidente Usa uscente, avvertendo che devono essere i legislatori, non le società private, a decidere sui potenziali limiti alla libertà di espressione. La decisione è "problematica" perché mostra l'onnipotenza delle piattaforme in termini di libertà di espressione.

Come lei anche il ministro dell'Economia francese, Bruno Le Maire che ha detto: "La regolamentazione dei giganti digitali non può essere fatta dalla stessa oligarchia digitale. L'oligarchia digitale minaccia Stati e democrazie". Al coro si è unito anche il dissidente russo Alexei Navalny che in 10 punti ha denunciato - su Twitter - "un atto di censura" basato su "emozioni e preferenze politiche".

La mossa di venerdì, accompagnata da altri stop per alcuni sostenitori di Trump, rappresentava la prima volta che Twitter bandiva un capo di stato dalla piattaforma dove sono presenti molti leader compreso Vladimir Putin, pur avendo accesso gestito dal Cremlino. Ma non ci sono Xi Jinping o Kim Jong Un.

Trump ha immediatamente accusato Twitter di "mettere la museruola alla libertà di espressione" impedendogli di rivolgersi ai suoi (circa 88 milioni di persone).

Nel frattempo è fallita la possibilità di una manifestazione a San Francisco. I sostenitori di Donald Trump avevano indetto proteste fuori dalla sede di Twitter per protestare contro la chiusura dell'account del presidente uscente, ma solo una manciata di loro ha risposto e davanti alla sede è tutto tranquillo.

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