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Covid, l'Ue: non c'è gara sui vaccini. Noi più rigorosi di Londra

Bruxelles, 3 dic. (askanews) - Non abbassare la guardia durante le festività, non allentare troppo presto le restrizioni decise nelle ultime settimane contro la pandemia di Covid-19, ha raccomandato la Commissione europea ai paesi membri. "Quest'anno - ha sottolineato la Commissaria europea per la Salute Stella Kyriakides - salvare vite umane deve avere la priorità rispetto alla celebrazione delle feste".

La situazione, infatti, rimane delicata, con molti contagi e alto numero di morti ma "con i vaccini all'orizzonte - ha detto - c'è anche speranza" e tutti gli Stati membri devono essere pronti ad avviare rapide ed efficaci campagne di vaccinazione, una volta che ci sarà un vaccino sicuro. E' su questo punto che si è acceso il dibattito dopo l'ok del Regno Unito al lancio del vaccino Pfizer-BioNTech già dalla prossima settimana. Una scelta non condivisa dall'Ue, che rivendica i vantaggi della procedura autorizzativa europea, più lunga ma più sicura e completa. "Stiamo facendo il possibile per fare in modo che i vaccini siano sviluppati tempestivamente ma nel modo più sicuro possibile - ha detto Kyriakides - non possiamo dare date certe ma quando ci sarà l'autorizzazione all'immissione sul mercato, speriamo all'inizio del prossimo anno, gli Stati membri potranno cominciare le vaccinazioni, proteggendo in modo prioritario i gruppi più vulnerabili. I vaccini verranno messi a disposizione di tutti gli Stati membri contemporaneamente. I vaccini verranno sottoposti a una rigida valutazione, solo vaccini sicuri ed efficaci entreranno, la sicurezza è per noi la priorità, i cittadini devono essere fiduciosi al momento della somministrazione del vaccino".

Il prossimo passo - ha ricordato ancora la commissaria - deve farlo l'Ema, l'Agenzia europea per i medicinali. "La valutazione scientifica dell'Agenzia svolge un ruolo chiave per l'approvazione finale" ha aggiunto. A quel punto, l'Ema raccomanda l'autorizzazione all'immissione sul mercato; autorizzazione che poi è decisa, su questa base, dalla Commissione.

Critico con il Regno Unito anche il ministro della Salute tedesco, Jens Spahn, intervenuto da Berlino a nome della presidenza di turno del Consiglio Ue. "L'idea - ha detto - non è quella di arrivare primi, ma di avere vaccini sicuri ed efficaci".

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