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Covid, le Regioni chiedono l'apertura delle piste da sci

Roma, 23 nov. (askanews) - In attesa di un nuovo Dpcm del governo che dovrebbe indicare le nuove misure e limitazioni per il Natale, per evitare ulteriori incrementi di contagi da Covid-19, le Regioni hanno giocato d'anticipo. E alle voci di chiusura delle piste da sci, hanno risposto approvando le linee guida per l'utilizzo degli impianti di risalita nelle stazioni e nei comprensori sciistici, per evitare altre pesanti ricadute economiche.

"E' un documento che inviamo al governo come contributo propositivo per non compromettere la stagione e per non creare un danno irreversibile all'economia della montagna dei nostri territori" ha annunciato il vicepresidente della Conferenza delle Regioni, Giovanni Toti. "L'auspicio - ha chiarito - è che, come accaduto in precedenza, il governo voglia condividere con le Regioni i necessari approfondimenti", fermo restando sempre che la salute viene prima di tutto.

Dure le parole del governatore del Veneto, Luca Zaia, secondo cui "una stagione senza sci sarebbe un suicidio", sul piano economico e sociale. "Troviamo assurdo non preparare a magazzino le linee guida perché se mai volessero aprire dopo il 3 dicembre, con il paventato rinnovo del Dpcm in cui sembra si vogliano bloccare le attività degli sport invernali, almeno abbiamo linee guida che siano rispettose della sanità e dell'economia montana che senza la stagione invernale è messa a dura prova".

Inoltre per Zaia serve un coordinamento europeo sul tema. "Chiudere Cortina e pensare che poi in Austria o a Saint Moritz, o altrove si scii è cosa difficilmente giustificabile, siamo in uno stesso bacino epidemiologico".

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