A che punto è il digitale? Il convegno Confindustria e Luiss BS
Roma, 11 nov. (askanews) - Per rilanciare il paese bisogna mettere in atto la trasformazione digitale. L emergenza sanitaria da Covid-19 ha infatti riproposto in modo drammatico il tema del ritardo digitale che ci tiene inchiodati da anni agli ultimi posti in UE nella classifica Desi. Ma al tempo stesso la situazione eccezionale generata dalla pandemia offre una grande opportunità: i fondi in arrivo con il Recovery Fund possono rappresentare la vera svolta. Se ne è discusso al convegno annuale "Investire, accelerare, crescere", "Dall'Agenda digitale al Recovery Fund: colmare i ritardi, rilanciare il Paese" organizzato da Confindustria Digitale in collaborazione con Luiss Business School. Ad aprire i lavori il direttore di Luiss Business School, Paolo Boccardelli: "Io credo che sia il tempo in cui ci si affidi a un nuovo patto tra settore pubblico e privato. Il primo da solo non è in grado di affrontare questa complessità. Il privato deve cominciare ad operare in cooperazione con il settore pubblico con un nuovo rapporto di fiducia e di trust reciproco".
Secondo il Presidente di Confindustria Carlo Bonomi, la crisi ha evidenziato la necessità di investire in ricerca e innovazione. Per questo i fondi del Next Generation EU devono essere gestiti nel miglior modo possibile, senza "spacchettare risorse tra i ministeri" ma dotando il Pnrr di "un unico fondo Recovery": "Si dovrà puntare sul digitale per innovare tutti gli ambiti produttivi e sociali e sostenere lo sviluppo e il consolidamento delle filiere tecnologiche nazionali. Si dovranno individuare grandi progetti di filiera integrati, immediatamente cantierabili, riguardanti snodi strategici con benefici diffusi realizzati da partenariati industriali in una logica di finanziamento pubblico privato".
Per portare a compimento il grande sforzo di assicurare un futuro digitale e sostenibile all Italia, secondo Cesare Avenia, presidente di Confindustria digitale, serve qualcosa di più di una struttura di scopo, come ha indicato il ministro Gualtieri. "Abbiamo bisogno di fare un passo in più di una struttura di scopo da un punto di vista normativo - ha affermato Avenia - La Comunità Europea ci seguirà: allora proponiamo una governance centralizzata che abbia anche lo scopo tecnico operativo di seguire l'attuazione dei progetti, un Alto commissariato per il piano nazionale di ripresa e resilienza, perché abbiamo visto quanto è difficile far funzionare la macchina dello Stati e quanto sia diffcile coinvolgere centro e periferia".
Tra i ritardi sul digitale evidenziati nel convegno, la mancanza di capitale umano e di formazione, la scarsa digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni e il tema della connettività e delle infrastrutture, sul quale si è soffermato il ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli: "Io vedo una società delle reti più che della rete, delle reti e delle tecnologie, che è necessario provare a raggiungere per passi, per step senza mettere in discussione il punto di partenza dove abbiamo un soggetto che possiede gran parte di quella rete e di quella tecnologia. Però è fondamentale avere una visione di integrazione dei sistemi di rete che esistono", ha affermato il ministro.
Più in generale, secondo Patuanelli oggi col Recovery Fund non bisogna perdere tempo creando strumenti nuovi. Bisogna invece cogliere al volo l'opportunità per rafforzare e implementare le misure che ci sono per poter coprire più rapidamente il gap con le imprese europee.
Al convegno hanno partecipato anche Marco Gay, Presidente Anitec-Assinform, Pietro Guindani, Presidente Asstel, e il Direttore Generale DG Connect Roberto Viola. A concludere i lavori il vice presidente di Confindustria con delega al Digitale, Luigi Gubitosi.