Il rapper Izi canta la non violenza nel nuovo album "Riot"
Milano, 29 ott. (askanews) - Volutamente eterogeneo, una raccolta di pensieri, ed intuizioni, esce "Riot" il quarto album di studio di Izi. Per il giovane artista tra le penne più interessanti della scena rap d'autore, il concetto di rivolta che non è da intendersi come un invito alla violenza.
"La violenza non mi appartiene, la vorrei scacciare dal mio essere umano. Rifacendomi alla frase di Martin Luther King "Il linguaggio di chi non viene ascoltato" non riguarda solo quello che sta accandendo ora, è un urlo di un'anima che vive da tante vite, è un appello all'umanità e a usare il cervello e non le mani perchè non ha senso, il potere e la violenza non portano da nessuna parte. Non bisogna vergognarsi di chiedere e volere delle risposte. Ho trovato che Riot fosse il nome giusto per la rabbia, alcuni dei concetti più umanistici di questo disco ovviamente senza violenza".
In questo lavoro Izi ha deciso di riunire più percorsi per non limitarsi, mosso dalla necessità di esprimere liberamente tutte le sfumature emotive radicate all'interno dei brani.
"Inizialmente Riot era per la varietà dei pezzi, i colori le sfumature emotive, non sono 13 pezzi tutti uguali e dello stesso genere, sono prodotti da tantissime persone di varia provenienza anche a livello culturale visto che il disco è stato lavorato in più parti del mondo".
In "Riot" emergono spesso valori umani, anche se mai politicizzati in senso tradizionale, e un occhio puntato contro il sistema con importanti featurig con alcune dalle leggende della scena rap come Gue Pequeno, Fabri Fibra ma anche Elettra Lamborghini e Federica Abbate.
Per Izi, da tempo malato di diabete, il lockdown è stata una occasione per scrivere ma anche per prendersi cura di se anche se non è facile.
"Devo dire che sono molto emotivo e questa situazione difficile incide sul corpo che è una macchina. Essendo molto recettivo ho degli sbalzi che vanno a ricadere anche su altri problemi psicofisici".
Il sogno di Izi è uno solo: tornare presto su un palco.