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In Malaysia alcune donne iniziano a boicottare l'uso del foulard

Shah Alam (Malaysia), 21 set. (askanews) - Un piccolo numero di donne in Malaysia ha iniziato a boicottare l'uso del velo, andando contro la convenzione di coprirsi testa e collo con il foulard chiamato "tudong" nel paese a prevalenza musulmana. Tra queste l'attivista malese Maryam Lee, figura controversa e messa sotto indagine dalle autorità relgiose malesi. Il suo reato è stato quello di parlare della decisione di non indossare più il tudong, che non è obbligatorio per legge:

"Quando ho scoperto, voglio dire... Tutta la mia vita mi è stato detto che indossare il foulard era obbligatorio, che se non lo indossi sei peccatrice, è un peccato. E poi ho scoperto che attualmente non lo è, mi sono sentita davvero ingannata, come se tutta la tua vita ti avessero detto una cosa e poi si è rivelata una bugia", ha spiegato Maryam, che ha iniziato a indossare il tudong a 9 anni e ha deciso di smettere a 20.

"L'Islam patriarcale mette le donne, ci mette addosso tutte queste cose, mette questo sulla tua testa e vogliono che lo indossiamo non importa altro. Non importa la situazione, la mia non era bella, non era gentile".

"Le donne in questa parte del mondo, quando si levano l'hijab, cosa accade loro? Vengono bullizzate, vengono molestate. Ora la libertà è di non mettere l'hijab, di levare l'hijab".

Una consulente finanziaria di nome Sarah, nome di fantasia, da tempo non lo indossa più e confida:

"Sono nata musulmana, sono ancora musulmana. Non sono meno musulmana perché mi sono levata l'hijab. Seguo ancora i precetti. Seguo ancora la mia fede, non perché la mia famiglia è ancora intorno a me, credo ancora nella religione".

"Ho avuto la sensazione che gli uomini malesi, in particolare a un livello autorevole, hanno questa mentalità... Che le donne malesi devono apparire in un certo modo, ma ciò non significa che le persone che indossano il tudong sono migliori di quelle che non lo indossano".

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