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A Mondragone la rabbia dei residenti contro lo "straniero untore"

Mondragone, 26 giu. (askanews) - La protesta degli abitanti di Mondragone ieri ha invaso le strade della cittadina del casertano, contro i braccianti bulgari che vivono nei palazzoni dormitorio della ex Cirio dove è scoppiato un focolaio di coronavirus. E i residenti non nutrono grande fiducia nell'azione dei 50 militari inviati dalla ministra dell'Interno Luciana Lamorgese per rafforzare il cordone sanitario. A questi si aggiungono un totale di 70 poliziotti fra ieri ed oggi dalla città di Caserta.

Un'azione decisa dopo i tentativi di uscita dai palazzi dei braccianti.

"Non servono perché hanno dimostrato di essere vigliacchi. Hanno permesso a questi stranieri di fare una passeggiata e contro di noi si arrigano sempre" dice un uomo senza mascherina.

"Quando ci hanno buttato le sedie addosso dovevano farci passare. Questo dovevano fare i militari" dice un altro. "Dove sono le istituzioni? Dov'è De Luca con il lanciafiamme? I militari hanno permesso di camminare tranquillamente nella città di Mondragone" dice un ragazzo.

Il governatore De Luca, sostenitore delle misure forti, ha assicurato che tutta la cintura attorno alle palazzine deve essere sottoposta a tamponi. Se dovessimo avere cento positivi, ha detto, si mette in quarantena tutta la città.

Ma la rabbia della popolazione esplode non solo per il virus; alla base, una parte dei residenti mal sopporta i lavoratori stranieri, braccianti giunti in Italia per lavorare nei campi a condizioni da fame.

"Non sappiamo come fare, questa è una situazione che va avanti già da un bel po'" dice una ragazza. "Non sappiamo più cosa fare ci hanno portato all'esasperazione". "Il problema non siamo noi, sono loro, e se ne devono andare" dice un'altra. "Se ne devono andare perché dobbiamo tutelare pure i nostri figli. Basta" dice una terza. "Per i nostri figli per la salute dei nostri figli perché loro comunque diffondono l'epidemia così, se ne fregano totalmente vanno passeggiando così per la città. Oggi siamo a cento contagi, cento, non venti come vogliono farci credere loro. Sono di più e non ce lo dicono" conclude un'altra.

Sul numero finale dei positivi si attendono certezze. Ma la tensione resta alta fra le due comunità, i bulgari che chiedono di uscire per guadagnarsi da vivere, gli italiani che si sentono minacciati dallo straniero.

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