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Riaprono i centri estivi ma non tutti, i pro e contro al ritorno

Milano, 3 giu. (askanews) - Con la riapertura dei centri estivi, i bambini torneranno a vivere una esperienza sociale con dei coetanei dopo mesi. Ma come? Cambia tutto, ci ha spiegato Vincenzo Calbi, presidente della Cooperativa Fides che gestisce diversi centri, con circa 800 bambini a settimana. In Lombardia, la regione più colpita dal coronavirus, non ci si può permettere di abbassare la guardia.

"Ci saranno orari diversificati, ingressi diversificati, i bambini entreranno e proseguiranno ognuno verso la propria classe, il proprio spazio".

"A questo si aggiungono tematiche di accoglienza, sanificazione, dpi, elementi che vanno messi in campo".

"Ogni bambino avrà a disposizione le proprie matite, pennarelli temperamatite; kit individuali anche per gli educatori: se un educatore utilizza un pallone per una attività quello è il suo pallone".

Educatori che saranno molti di più, per i più piccoli ce ne sarà uno ogni 5 (prima rapporto era 1 ogni 15 circa) e che dovranno seguire corsi ad hoc. Anche perché non è solo un questione di logistica.

"La stessa progettazione educativa va a modificarsi ma lo stesso concetto dello stare insieme, se prima l'obbiettivo del centro estivo era creare momenti di socializzazione, creare momenti comuni, creare interscambio fra i gruppi oggi si impone una differenziazione fra i diversi gruppi"

Fra aumento dei costi e impossibilità di far socializzare i bambini come prima, tante le incognite: compreso quanti usufruiranno del servizio. Tutti motivi che hanno spinto molti a rimanere chiusi. Ma c'è molto di più come spiega Eleonora Rano direttrice della scuola Montessori di via Milazzo a Milano: la sicurezza dei bambini è la nostra priorità.

"Abbiamo deciso di non aprire e non fare i centri estivi pensando allo spazio che abbiamo a disposizione, che deve essere ripensato e organizzato in modo sicuro, i genitori ci hanno seguito e appoggiato in questa scelta che prevede la riapertura a settembre. Il centro estivo comportava un riarredo di tutti gli spazi, noi abbiamo spazi molto grandi ma non pronti per accogliere i bambini in sicurezza".

Una scelta difficile anche per gli insegnanti, ma prima di tutto per i bambini e le loro famiglie.

"Il gruppo è fondamentale per i bambini dai 3 ai 10 anni per questo li abbiamo seguiti e abbiamo cercato in ogni modo di arrivare a loro con video, videochiamate, telefonate e abbiamo accompagnato i genitori nei momenti difficili. Non si può cancellare questa situazione e non potevamo fare diversamente".

L'appuntamento è dunque rinviato a settembre, con una rivoluzione di spazi, orari e didattica che cambierà abitudini e vite dei nostri figli.

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