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"Furbetti" del reddito di cittadinanza, 18 denunce in Calabria

Roma, 25 mag. (askanews) - Oltre ai furbetti del cartellino, dei falsi invalidi e dei falsi braccianti, negli ultimi mesi l'attenzione dei carabinieri si è concentrata anche sui "furbetti" del reddito di cittadinanza. I carabinieri della Compagnia di Taurianova, nell'ambito della operazione, denominata "Dike", dalla mitologia greca "Dea della Giustizia", hanno scoperto una serie di irregolarità a carico di 18 cittadini, con un danno erariale complessivo stimato in circa 50.000 euro. Gli uomini dell'Arma hanno segnalato all'autorità giudiziaria di Palmi e ai competenti uffici dell'Inps, che hanno immediatamente interrotto l'elargizione del sussidio. Variegate sono state le irregolarità emerse dagli accertamenti. Non solo cittadini che svolgevano lavoro "in nero", pur percependo il reddito, in bar, ristoranti o in cantieri edili, ma anche un gestore di una officina meccanica del tutto abusiva, con diverse autovetture in attesa. Ma è stato individuato anche il proprietario di un salone di parrucchiere che non solo percepiva il reddito di cittadinanza pur lavorando regolarmente, ma si è scoperto avesse formalmente chiuso l'attività 4 anni fa. Altra frequente tipologia di falsa attestazione ha riguardato la reale residenza e l'indicazione dei componenti del nucleo familiare, essendo l'elargizione connessa anche all'effettivo "reddito famigliare" e non solo del singolo richiedente. Tra i beneficiari del reddito di cittadinanza anche una donna che, nella documentazione prodotta, ha "dimenticato" di segnalare che nel nucleo famigliare non era più presente il marito, importante boss della ndrangheta in carcere col 41bis.

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