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Un anno dopo summit Vaticano su pedofilia associazioni "deluse"

Roma, 17 feb. (askanews) - Un anno dopo l'inedito summit sulla pedofilia che si è svolto in Vaticano, alcune associazioni delle vittime - l'organizzazione no profit americana Bishops Accountability e la tedesca Eckiger Tisch - si sono ritrovate per un incontro a Roma e in una conferenza stampa alla sede della Stampa estera si sono dette profondamente deluse e hanno chiesto tolleranza zero. "Il diritto canonico è un sistema di tutela dei preti - ha spiegato la vice-direttrice di Bishops Accountability, Anne Barrett Doyle - E per applicare veramente la tolleranza zero ai preti che abusano dei minori e coloro che li proteggono, bisognerebbe eliminare il carattere fondamentale del diritto canonico. Non penso che questo accadrà sotto un papa o un altro, penso che questo si farà attraverso le incursioni delle autorità civili in un paese alla volta". "Penso che la tolleranza zero sia un impegno che il Papa ha scelto di non fare", ha proseguito. "Quando un vescovo entra in una diocesi, è tenuto a sapere se i preti che hanno abusato di minori lavorano lì e se fanno parte del suo personale. Ha la responsabilità dei dossier, deve familiarizzare con i dossier segreti durante 90 giorni, scoprire chi sono quegli uomini e se sono ancora in attività nella diocesi rimuoverli". A dicembre 2019 papa Francesco ha abolito il segreto pontificio riguardante gli abusi sui minori. Ciò significa che le denunce, le testimonianze e i documenti dei processi interni alla Chiesa potranno essere fornite anche ai magistrati della giustizia civile. È obbligatorio nel frattempo segnalare i sospetti di aggressioni sessuali o il tentativo delle gerarchie cattoliche di insabbiare un abuso commesso da un prete o un religioso, ma la Chiesa non obbliga i membri del clero a segnalare i casi alle autorità giudiziarie del Paese, a meno che la legge locale non lo imponga. Il fondatore di Eckiger Tisch, associazione dei sopravvissuti agli abusi sessuali sui minori in Germania, Matthias Katsch: "La battaglia nei nostri Paesi non è terminata e in altri Paesi è appena cominciata. Continuiamo a chiedere tolleranza zero per i criminali e i loro complici, inchieste indipendenti sui reati del passato. E se il sistema penale non è in grado di farlo, come avviene in numerosi Paesi europei, abbiamo bisogno di commissioni per la verità e la giustizia".

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