Myanmar, corte Aja: misure per fermare il genocidio dei Rohingya

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L'Aja, 23 gen. (askanews) - In Birmania, l'odierno Myanmar è in corso un vero e proprio genocidio e misure d'emergenza devono essere predisposte dalle autorità locali per porre fine alla campagna contro i musulmani Rohingya. Lo ha stabilito la Corte internazionale di giustizia dell'AjA. Il gruppo di 17 giudici ha sostenuto all'unanimità di imporre provvedimenti sul Myanmar per garantire che i militari non commettano atti di genocidio e adottino misure per prevenire uccisioni e gravi danni ai Rohingya. Il Paese è stato condannato a conservare qualsiasi prova di reati che possa essere utilizzata dalla corte in successive udienze e a riportare al tribunale tutte le misure che gli è stato ordinato di prendere entro quattro mesi. Dovrà quindi riferire ogni sei mesi mentre il dossier procede di fronte alla corte di più alto grado delle Nazioni Unite. Il tribunale ha aggiunto che il suo ordine è vincolante e "crea obblighi legali internazionali" per il Myanmar. Gli attivisti e le associazioni per la tutela dei diritti umani hanno espresso grande soddisfazione per questo verdetto. Migliaia di musulmani Rohingya nello stato birmano di Rakhine, sono stati uccisi e oltre 700mila sono fuggiti nel vicino Bangladesh durante una sanguinaria repressione dell'esercito nel Paese a maggioranza buddista, nel 2017.