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Open Arms, la Procura indaga: sequestro di persona

Continua lo stallo per la Open Arms, la nave della Ong spagnola che da 15 giorni si trova in mare con 147 migranti a bordo, da due giorni di fronte a Lampedusa. Dopo aver sbarcato urgentemente 9 migranti, resta l'allarme per gli altri 134 a bordo. La Procura di Agrigento indaga anche per sequestro di persona e abuso d'ufficio. "La situazione è drammatica - sottolineano in una nota congiunta Open Arms ed Emergency - da 15 giorni donne, uomini e bambini vivono costretti in spazi ristretti nella paura e nell'incertezza di quello che succederà". I fondatori delle due Ong, Oscar Camps e Gino Strada, ricordano che a bordo ci sono persone che "hanno vissuto l'orrore dei campi di detenzione in Libia: torture, stupri, lavori forzati. Hanno già sopportato enormi sofferenze - denunciano - non possiamo aggiungerne altre". La situazione a bordo è ora drammatica. "Negli ultimi giorni le condizioni di salute psicofisica si sono ulteriormente aggravate con atti di autolesionismo e minacce di suicidio che rendono ingestibile la situazione e mettono in pericolo imminente di vita le persone a bordo. Bisogna agire nelle prossime ore", chiosano le due Ong. Poi la richiesta: "Sia immediatamente autorizzato lo sbarco a Lampedusa prima che si aggiungano altre tragedie a quelle già vissute". Ma la relazione medica sui migranti sbarcati dalla ong descrive un'altra situazione. "Il responsabile del Poliambulatorio di Lampedusa ha detto che dei 13 naufraghi sbarcati per motivi medici dalla #OpenArms uno aveva una otite. Gli altri stavano bene" chiosa su Twitter il ministro dell'Interno, Matteo Salvini. Intanto sempre sul fronte migranti, arriva la testimonianza di Mohammed Adam Oga, unico sopravvissuto a bordo di una delle tante carrette del mare. "Non c'era cibo, non c'è acqua, né carburante. Ho visto morire accanto a me 14 persone, fra cui una donna incinta. Abbiamo dovuto gettare i loro corpi in mare", racconta in una intervista esclusiva al Times of Malta.

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