A 50 anni dall'Apollo 11 la Luna è sempre protagonista
A 50 anni dalla missione della Nasa Apollo 11 che portò il primo uomo a toccare il suolo lunare, il nostro satellite naturale merita di essere studiato ancora e potrebbe offrirci risorse preziose. E se partire dalla Luna verso Marte sarebbe una "sciocchezza", vista la seppur debole gravità, partire invece da una stazione orbitante intorno alla Luna sarebbe più che ragionevole. L'uomo su Marte ci andrà, è solo questione di tempo, forse intorno alla metà del 2030. Di Luna e di esplorazione askanews ha parlato con Enrico Flamini, fisico, docente di Esplorazione del Sistema Solare all'Università di Chieti Pescara, ex coordinatore scientifico dell'Agenzia spaziale italiana. 50 anni fa la missione della Nasa Apollo 11 ha portato per la prima volta l'uomo sulla Luna. Una sfida economica, scientifica e tecnologica che ha segnato la nostra storia. A suo avviso cosa ha rappresentato per la scienza moderna? "In generale per l'umanità ha significato un momento di svolta: la capacità dell'uomo di potersi muovere su un altro corpo che non fosse il pianeta madre, cioè la Terra. Dal punto di vista tecnologico ha rappresentato un grande salto di qualità su molti aspetti, di cui ancora oggi beneficiamo. Per fare solo un esempio, il goretex che usiamo ormai quotidianamente. Per me - aggiunge Flamini - ha significato la tesi di laurea che ho fatto analizzando campioni lunari". A 50 anni dalla missione Apollo 11 la Luna è tornata di attualità. La Nasa ha annunciato che porterà un uomo e una donna sulla Luna entro il 2024; si parla anche di un possibile sfruttamento delle risorse della Luna, così come di altri oggetti come gli asteroidi (lo space mining); si pensa di costruire un Moon Village. Che cosa ci può offrire ancora la Luna? "Nonostante i tanti studi della Luna, non è che la conosciamo benissimo. Ad esempio si parla molto della presenza dell'acqua sulla Luna, a volte ho sentito dire in maniera abbondante. In effetti tutte le misure scientifiche fatte finora parlano di parti per miliardo, quindi di pochissima acqua. Conosciamo poco la mineralogia, però è ragionevole pensare che di minerali la Luna ne abbia molti e in particolare di quei minerali che hanno un alto valore, in particolare per le tecnologie moderne, le cosiddette 'terre rare' che sappiamo essere abbondanti sugli asteroidi. La Luna è completamente craterizzata, cioè è stata bombardata da asteroidi in maniera estremamente intensiva e continua ad esserlo, quindi è ragionevole pensare che, sebbene non sul primo strato della superficie lunare ma appena poco sotto, ci siano dei minerali che vale la pena andare a prendere perché economicamente sono ancora vantaggiosi. E poi - prosegue il prof. Flamini - significa fare ancora un salto di qualità come accadde negli anni '60 con la tecnologia. Quella di cercare di esplorare un nuovo mondo è una grande spinta, è sempre successo nella storia dell'umanità". Quindi secondo lei la Luna è ancora un nuovo mondo da esplorare o sarebbe meglio guardare direttamente a Marte? "Credo che le due cose non si escludano. La Luna è facile dal punto di vista astronautico, perché è relativamente vicina, non ha problemi di atterraggio (come invece nel caso di Marte) anche se comunque resta una cosa difficile. Però è una tappa intermedia. Sulla Luna di risorse per la vita dell'uomo ce ne sono poche, bisognerà portarle dalla Terra. Marte è un pianeta che di risorse ne ha moltissime, l'acqua in primis. Ce n'è tanta anche se sottoforma di ghiaccio. Quindi mentre pensare a una stazione permanente lunare significa anche pensare a un sistema di rifornimento continuo con pochissime capacità di autonomia, su Marte si può pensare anche a colonie umane di lungo periodo con alta capacità di autonomia. Certo ci sono molte difficoltà da superare, la distanza è la prima, che significa anche ritardi nelle comunicazioni. Quindi ci sono ancora molte cose da fare, ma la linea è quella. Quello che oggi sembra il percorso che si comincia a condividere - prosegue Flamini - è quello di realizzare una stazione spaziale intorno alla Luna che servirà per scendere sulla Luna (e quello è il 2024 che vede la Nasa) ma anche per partire verso Marte. Pensare di partire verso Marte dalla Luna è una sciocchezza, perché la Luna, anche se poca, ha una gravità e staccarsi richiede molta energia; mentre staccarsi da una stazione orbitante richiede pochissima energia". "Il problema sono i fondi, sono imprese che costano molto. Sul lungo periodo danno molti più soldi indietro di quanti se ne investono: per ogni euro investito ne tornano 7-8. Ma non subito. Credo che ragionevolmente nel prossimo decennio ci saranno tutte le condizioni, soprattutto se anche attori privati, penso a Elon Musk con SpaceX, continueranno con l'approccio e i tempi che hanno ora. Quindi 2024-2025 la Luna, fine del prossimo decennio prime missioni più complesse per Marte e a metà del secondo decennio potrebbe arrivare l'uomo".