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Lazio da sogno stende anche il Bologna. Scavalca la Juve ed è prima

Carlo Antini
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La Lazio non soffre di vertigini. E nelle discussioni varie tra calendari ingolfati, partite rinviate, match a porte aperte o porte chiuse, che stanno monopolizzando il pallone made in Italy in questa settimana di emergenza coronavirus, zitta zitta si porta - sorniona - in testa al campionato. Almeno per una settimana, visto che Juventus-Inter è slittata a metà maggio come gli altri quattro match di questo weekend originariamente in programma senza pubblico. Simone Inzaghi invece non ha di questi pensieri e si gode il 21° risultato utile consecutivo della sua squadra contro un Bologna piegato nel primo tempo dall'uno-due firmato Luis Alberto Correa. Nella ripresa, dopo primi 45 minuti spumeggianti, i biancocelesti soffrono il ritorno degli emiliani, caparbi ma sfortunati (due gol annullati giustamente dal Var) e costretti a cedere il passo alla nuova capolista. Che, giornata dopo giornata, inizia a crederci per davvero. Inzaghi è costretto a fare ancora a meno di Acerbi: in compenso rientra dopo la squalifica Luiz Felipe, che si piazza al centro della difesa con Patric e Radu accanto a lui. Sugli esterni torna Lazzari dal 1' (anche perché Marusic è out) mentre dalla parte opposta c'è Jony. Davanti fiducia alla coppia Immobile-Correa. Dalla parte opposta Mihajlovic disegna un 4-2-3-1 in cui Palacio è l'unico terminale offensivo, con Barrow, Soriano e Orsolini che agiscono alle sue spalle. Il problema degli ospiti è che la coppia di incontristi Poli-Schouten fatica ad arginare la mareggiata biancoceleste, che nel primo quarto d'ora fa incetta di occasioni da gol. Ai padroni di casa le gambe non tremano ma Correa e Luis Alberto sono imprecisi. Poi sbaglia anche Immobile, il cui diagonale fa la barba al palo su invito smarcante di Luis Alberto. Dopo un altro errore di Correa al quinto tentativo la Lazio fa centro. Immobile tocca per Luis Alberto che, claudicante per un problema all'inguine, fa partire un destro dal limite dell'area che trafigge Skorupski. Non basta, perché tre minuti dopo ancora Luis Alberto danza sull'Olimpico servendo Correa, che calcia verso la porta e firma il raddoppio grazie alla decisiva deviazione di Danilo, che spiazza Skorupski. È la sliding doors della partita, perché proprio un minuto prima Soriano da zero metri ha sparato addosso a Strakosha mancando l'1-1. Per approfondire leggi anche: Felipe Caicedo ci crede Dopo una mezzora praticamente perfetta la Lazio si abbassa di qualche metro, lasciando campo a un Bologna propositivo soprattutto con Orsolini, vicino alla rete già nel primo tempo. Nella ripresa l'offensiva rossoblù si fa pressante, anche perché dopo un quarto d'ora uno stoico Luis Alberto è costretto ad alzare definitivamente bandiera bianca. Per fortuna della Lazio ci pensa il Var a placare gli ardori degli ospiti. Abisso infatti annulla prima un gol a Denswil per un tocco di mano di mano in tuffo sul colpo di testa vincente e poi a Tomiyasu, bravo a trovare l'angolino giusto, per una posizione precedente di fuorigioco di Palacio. Al resto ci pensa Strakosha, che mura Palacio lanciato in porta da Sansone. Per una Lazio che sa incantare e soffrire, colpire e difendersi, attaccare e arrangiarsi. Come una vera squadra da scudetto.

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