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La Lazio si ferma al palo col Verona. Niente sorpasso all'Inter

Carlo Antini
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Due pali, zero reti e qualche rimpianto. La Lazio manca il sorpasso all'Inter e l'assalto al primo posto della Juventus. Il recupero contro il Verona, il jolly che da mesi la squadra di Inzaghi porta con sé, riserva un punto che non ridimensiona le ambizioni di Lulic e compagni ma ne frena inevitabilmente lo slancio in ottica sogno scudetto. Anche perché l'Hellas è sceso in campo senza paura confermando di essere una delle sorprese di questo campionato. Lo 0-0 dell'Olimpico fotografa perfettamente l'andamento del match, con occasioni da ambo le parti e un Luis Alberto - il migliore tra i suoi - particolarmente sfortunato con due legni colpiti. Gli scaligeri dopo il pari di San Siro ottengono un altro risultato di prestigio e prolungano la loro striscia di imbattibilità. Presentandosi alla sfida contro la Juve nella miglior condizione psicofisica possibile. Inzaghi, costretto a fare a meno di Cataldi e Correa, ripropone per dieci undicesimi la squadra che ha travolto la Spal. L'unica variazione riguarda la difesa, dove Patric rileva Bastos. Discorso simile per Juric, che rispetto alla sfida contro il Milan cambia, forzatamente, solo a centrocampo: Pessina arretra il proprio raggio d'azione per rimpiazzare lo squalificato Amrabat. L'Hellas è un osso duro e la prima mezzora dell'Olimpico lo conferma. L'assenza di una vera prima punta (Borini è il solo riferimento offensivo con Verre e Zaccagni a danzare alle sue spalle) disorienta i padroni di casa, che soffrono il pressing offensivo e il ritmo imposto dai ragazzi di Juric. Pessina con una deviazione sporca esalta i riflessi di Strakosha, fenomenale anche su Borini. I biancocelesti rispondono immediatamente con una magia di Immobile, che scambia con Caicedo e si libera con un sombrero di Rrahmani. Silvestri intuisce tutto e mura la conclusione di Re Ciro sul primo palo. Con il passare dei minuti gli ospiti smarriscono la loro aggressività iniziale e la Lazio ne approfitta. Caicedo e Immobile difettano di mira, Luis Alberto no. Ma i due tentativi dalla distanza dello spagnolo trovano una strepitosa risposta di Silvestri e, poco prima dell'intervallo, la base del palo.  Per approfondire leggi anche: Cinquina Lazio ora il Verona Il quarto d'ora di pausa spegne l'ardore della Lazio e restituisce energie al Verona. Che nella ripresa riesce a ritrovare le contromisure di inizio partita. Tranne che su Luis Alberto, che danza sulla tre quarti e al 20' centra il secondo palo di giornata con una magia da fuori (e Silvestri ancora una volta a guardare). I padroni di casa perdono lucidità e Inzaghi prova a scuotere i suoi inserendo forze fresche sugli esterni, con Marusic e Jony a prendere il posto di Lulic e Lazzari. È il Verona però ad averne di più nel finale: Verre sfiora il bersaglio grosso con un tiro a giro al 24', Borini ci va ancora più vicino con un diagonale rasoterra insidioso deviato provvidenzialmente da Strakosha. Nel recupero la palla buona è quella per Milinkovic-Savic, che sciupa malamente. Poi è ancora uno scatenato Luis Alberto, l'ultimo ad arrendersi, a regalare un paio di sussulti da brivido all'Olimpico. Però la Lazio si ferma al palo. Con uno 0-0 che sa tanto di occasione persa.

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