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Nella Lazio LoTito riunifica l'ex Jugoslavia

Grazie al diesse Tare il presidente è sempre più il re dei Balcani

Luigi Salomone
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La premessa è d'obbligo: non esiste nessun punto di contatto tra i due personaggi se non l'assonanza. Claudio Lotito, presidente della Lazio dal 19 luglio del 2004, oltre che provare a riformare il mondo del calcio, oltre che cercare di portare sempre più in alto il suo club, vuole passare alla storia con un grande merito: riunificare l'ex Jugoslavia che il sanguinario dittatore Tito aveva guidato per decenni con tante macchie indelebili tra cui quella delle foibe. In fin dei conti manca solo un «lo» ma di certo il numero uno biancoceleste è riuscito a riproporre all'interno del gruppo biancoceleste l'unificazione di popoli vicini ma molto lontani, almeno da quanto si è visto ultimamente. Dopo la morte di Tito a Lubiana, il 4 maggio del 1980, la Jugoslavia si è frantumata tra guerre e persecuzioni di ogni tipo. Tito aveva saputo tenere unito il paese limitando le tensioni nazionaliste con l'uso della forza ma a dieci anni dalla sua scomparsa i nodi sono venuti al pettine: i paesi che formavano la federazione jugoslava decidono a maggioranza di sciogliersi. Lasciando stare discorsi troppo impegnativi, torniamo al sogno lotitiano: tuti uniti sotto l'aquila biancoceleste. Ecco quindi il diesse albanese Tare che negli ultimi anni si è dedicato al mercato balcanico acquistando giocatori provenienti da quasi tutte le neonate nazioni.A cominciare dal serbo Milinkovic, leader della squadra e pezzo pregiato della Lazio, per finire all'ultimo arrivato il croato Badelj, fresco vice campione del mondo. In rosa c'era anche il connazionale Vargic che però è praticamente tornato in patria, si sta allenando a Spalato. Tra i nuovi acquisti c'è il kosovaro Valon Berisha e l'albanese di origine macedone Riza Durmisi, nato e cresciuto in Norvegia. A disposizione di Simone Inzaghi c'è il montenegrino Marusic, acquistato la scorsa estate oltre al portiere albanese Strakosha. Il capitano? Semplice, il bosniaco Senad Lulic. Manca solo uno sloveno: peccato per l'interista Handanovic, transitato velocemente a Formello ma il mercato è ancora aperto. Altro che Tito, ora c'è il sogno di LoTito.

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