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Lotito: molti giocatori ostaggio dei procuratori

Il presidente della Lazio: presto risultati straordinari nel bilancio

Luigi Salomone
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Il presidente della Lazio Claudio Lotito  ha toccato molti temi di fronte agli studenti dell'Università Europea di Roma. Un lungo monologo del numero uno biancoceleste che è partito dal dificile rapporto con i procuratori. "Si tratta di un argomento importante, con un grande impatto a livello fiscale. Abbiamo fatto tante cose per questa normativa sui procuratori, e tante cose ancora si potrebbero fare per il bene della categoria. Preferisco lavorare con agenti esteri, perché molti di loro non eccedono in modo così marcato come succede con procuratori di nostra conoscenza in Italia. Ci sono procuratori che guadagnano 10 milioni, ma anche tanti altri che ne guadagnano 100 l'anno. Quindi è diventato un mercato con grandissimi interessi. Guardate Mendes che è il procuratore più potente del mondo. In casa propria deve comandare chi ha le redini della società. Il direttore sportivo deve fare il direttore sportivo, il presidente il presidente. Il procuratore non deve mai sostituirsi al direttore sportivo della società, perché altrimenti potrebbero esserci delle distorsioni. Io mi sono sempre assunto le responsabilità delle scelte. Nella mia società firmo solo io, il direttore sportivo propone, e io decido se è giusto o sbagliato. Quando ho preso la Lazio aveva 566 milioni di debiti, fra qualche giorno vedrete dei risultati straordinari a livello economico. Non si deve diventare ostaggio di procuratori e giocatori. Se si accettano le regole bene, altrimenti si può anche partire. Sicuramente i giocatori non mancano nel mondo del calcio, quello che mancano sono i presidenti. Io avevo proposto che un calciatore non potesse rifiutare più di tre proposte, perché a volte diventa una cosa non razionale, diventi quasi un ostaggio. Se io ti offro la possibilità di andare in un'altra società dove giocare, e più importante, non capisco perché questa proposta venga rifiutata. I giocatori sono degli individui particolari. Sono molto influenzati dai procuratori, molto più che dalla famiglia. Sono dei soggetti che devono fare i conti con una notorietà e una ricchezza inaspettata a volte. Ci sono delle situazioni particolari che andrebbero risolte. Quando compri un calciatore devi pagare la società, ma indirettamente anche tanti altri soggetti interessati, e quindi devi trattare anche con loro. Noi dobbiamo eliminare queste distorsioni. Succedono soprattutto in paesi del Sudamerica, in Uruguay. Pensate un giocatore ceduto a 100 milioni di euro quanti interessi può creare e smuovere. Ci sono molti giocatori che mi hanno chiesto di tornare in passato, e a cui ho chiuso sempre la porta. Perché quando vanno via si accorgono dopo un po' di quello che hanno perso. Fra società e calciatore deve esserci un rapporto simbiotico, perché se diventa parassitario, alla fine finisce tutto nel peggiore dei modi. Noi abbiamo un target e i giocatori devono avere quelle caratteristiche per venire alla Lazio. I giocatori che da noi hanno fatto benissimo, e che poi sono andati in altre squadre, hanno guadagnato di più, ma poi sono crollati. Io non posso competere con squadre come la Juventus che ha certi ricavi, ma provo a competere sul rapporto. Cerco di trasmettere ai giocatori un rapporto di appartenenza. Se il giocatore è sensibile rimane, altrimenti pagare moneta e vedere cammello”.

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