beffa
Rigori amari per la Lazio. Il Milan raggiunge la Juve in finale di Coppa Italia
Sarà il Milan a sfidare la Juventus nella finale della Tim Cup 2017/2018. Dopo il pareggio a reti bianche di San Siro nel match d’andata, allo stadio Olimpico di Roma finisce ancora 0-0 la semifinale di ritorno contro la Lazio, ma ai rigori la spuntano i rossoneri grazie all’ultimo penalty calciato dal «laziale» Romagnoli. Un doppio confronto davvero equilibrato, anche sotto il nevischio della Capitale. Il primo squillo della partita è dei padroni di casa al 5’, una duplice chance nel giro di pochi secondi con Immobile e Milinkovic-Savic: in entrambi i casi è attento Donnarumma. La Lazio tiene alto il pressing e mette in difficoltà i primi costruttori di gioco dei rossoneri: l’istantanea del momento favorevole alla squadra di Inzaghi è il regalo di Rodriguez ancora per Milinkovic-Savic, ma il serbo apre troppo il piatto dal limite dell’area e manda sul fondo. Dopo venti minuti in apnea, però, il Milan si scuote e riesce a trovare varchi in contropiede: ci prova Suso da fuori, poi Strakosha rischia di combinarla grossa in uscita alta con la palla che rimbalza sul compagno di squadra Caceres e per poco non viene insaccata dal solito, opportunista Cutrone. La partita è vivace e si gioca su ritmi molto alti. Da un portiere all’altro, è Donnarumma a rischiare la figuraccia valutando male la traiettoria di un lancio e vedendosi passare alle spalle Immobile che, da posizione defilata, tenta il gol impossibile. Gattuso fulmina con lo sguardo il suo estremo difensore che si riscatta poco più tardi, quando Luis Alberto libera con uno splendido tacco di nuovo Immobile sorprendendo tutta la retroguardia rossonera. Il risultato resta quindi inchiodato sullo 0-0 nonostante la richiesta di un calcio di rigore da parte di Luis Alberto per un contatto con Biglia nei pressi della linea d’area, forse fuori: non c’è evidenza e dunque il Var non interviene. Nella ripresa il copione resta lo stesso: la Lazio prova a fare la partita tenendo il baricentro molto alto, ma il Milan è molto pericoloso in contropiede. Non a caso le più grandi occasioni sono rossonere con Cahlanoglu (due tentativi dai venti metri) e soprattutto Calabria, che si inserisce in area con i tempi giusti e costringe Strakosha alla grande parata. La squadra di Inzaghi comunque non sta a guardare e torna a guadagnare campo, senza però impensierire Donnarumma come aveva fatto nel primo tempo. Dopo 65 minuti di gioco gli allenatori tentano le prime mosse: Inzaghi sceglie Felipe Anderson, Gattuso risponde con Kalinic, ma in campo comincia a vedersi stanchezza e anche prudenza, vista l’importanza della posta in palio. Anderson e Milinkovic ci provano su punizione senza troppa convinzione, i rossoneri sembrano avere più benzina, ma non riescono a costruire altre occasioni. E allora si va ai supplementari. Dove lo spartito del match è leggermente diverso: il Milan attacca, la Lazio si affida alle accelerazioni di Anderson in contropiede. Le opportunità si equivalgono: Immobile e Milinkovic-Savic da una parte, Calhanoglu e Romagnoli dall’altra. Almeno fino al 117’, quando in contropiede il Milan si procura l’occasione più nitida del match: solo davanti a Strakosha, Kalinic la spreca calciando in curva. Ai rigori i portieri si superano: Strakosha ferma Rodriguez e Montolivo, Donnarumma ipnotizza Milinkovic-Savic e Leiva; poi, al tredicesimo penalty, Luiz Felipe calcia alto e regala a Romagnoli la possibilità di chiudere i conti. Il difensore rossonero la sfrutta e il Milan fa festa.