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Lazio, lo sfogo di Tare: "Il rigore della Fiorentina era inesistente. Vogliamo la Champions League"

Igli Tare

Anche Lotito sul palco del Premio Lazialità

Gianluca Cherubini
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A margine del Premio Lazialità (evento annuale organizzato da Guido De Angelis con incasso della serata devoluto interamente a Flavio e Francesco, i due gemelli laziali neo maggiorenni, che da oltre dieci anni lottano con il morbo di Batten, terribile malattia neurodegenerativa), il direttore sportivo Tare, intervenuto ai microfoni di Mediaset, è tornato sull'episodio del rigore concesso domenica alla Fiorentina: “Prima di scendere in campo per protestare con Massa, ho rivisto più volte che il rigore era inesistente. È stato chiaramente Caicedo a colpire la palla. L'unico dubbio che avevo me lo ha tolto Pezzella, che dopo l'intervento si è rialzato in piedi per un gesto atletico fantastico. Chi ha giocato a calcio sa benissimo che non era rigore. Per noi sarebbe stata una vittoria fondamentale. Abbiamo comunque una squadra fortissima e vogliamo andare in Champions League”. Sul palco invece ha parlato il presidente Lotito: “Sono contento e orgoglioso di aver ritrovato i nostri tifosi, ma credo che la società esiste perché le persone la sostengono con i loro sentimenti e passione, così si ottengono i risultati. Questo dà una spinta psicologica, se uno dietro non ha il popolo non va da nessuna parte. Le battaglie non si portano avanti da soli. I giocatori in campo devono dare il 300%, la società deve dare delle risposte in tempi brevi. Da quando io sono alla presidenza, ho cercato di fare tutto per dare soddisfazione a chi sostiene la Lazio dal 1900. Questa società esiste perché la gente combatte dal 1900, un popolo che ha sempre sofferto per un ideale. I laziali escono fuori sempre nei momenti di difficoltà o di gioia. Con la vittoria della Coppa italia abbiamo dimostrato di essere i primi della Capitale. Le pressioni che subisce la Lazio le altre società non le subiscono, ma l'unione fa la forza e i risultati arriveranno. Io ho puntato sempre su persone particolari, come Tare. Lui è uno vero, così come Inzaghi. Hanno dimostrato di essere attaccati alla società, hanno dato tutto anche nei momenti di difficoltà. Noi siamo già ripartiti da un anno e mezzo a questa parte. Abbiamo messo in campo un'azione congiunta, ognuno nel proprio ruolo per fare grande la Lazio. Come società ci mettiamo tutto l'impegno possibile per rendere vincente la società. Non vogliamo né tradire la storia di questa società né minarne il futuro: la vogliamo duratura per sempre perché è forte. Camminerà sulla base di quello che sarà in grado di produrre, non solo come risultati ma anche in termini di indipendenza. La Lazio non dipende da nessuno e si prende quello che le spetta con il merito. Arriverà il giorno che ci riconosceranno lo scudetto che ci compete. Flavio e Francesco? Sono simbolo di solidarietà vicinanza e partecipazione di tutti i problemi del popolo laziale”.

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