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Avenger scopre la comodità dell'ibrido

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Finalmente la soluzione più adatta all’uso in una grande città con tutte le complicanze del caso. La nuova Jeep Avenger ibrida, arriva subito dopo la verisone elettrica, ma risolve non  pochi problemi a chi non ha un garage o vive in una zona a scarso tasso di colonnine di ricarica.La piccola di casa Jeep si arricchisce così  della versione, denominata e-Hybrid che mantiene invariata la potenza della 1.2 benzina (101 CV) ma monta al posto del «vecchio» cambio manuale un robotizzato a doppia frizione sviluppato dalla Punch.

 

 


Sotto al cofano un motore elettrico da 29 CV, integrato nel cambio, ed è un buon aiuto al tre cilindri soprattutto in ripresa e permette di fare manovra e di muovere l’auto (fino a 30 km/h) a emissioni zero. La batteria, da 0,9 kWh, è posta sotto il sedile di guida proprio per cercare di ottimizzare spazio e comodità all’interno dell’abitacolo. Costa poco più della versione normale: 1700 euro più che giustificati dalcambio automatic e dall’inserimento dell’ibrido.
Gli allestimenti sono tre così come quelli della verisone a cambio manuale: l’unica differenza riguarda la guida semiautonoma, disponibile solo per l’ibrida. È di serie sulla più ricca Summit (€ 31.000) e si paga 1.200 euro per l’intermedia Altitude. 

 

 

 

Ma il meglio viene una volta a bordo. l’abitacolo della Jeep Avenger e-Hybrid, nonostante le dimensioni ridotte,  è arioso. Le rifiniture della plancia sono buone e si vede che la plastica è rigida e ben lavorata. Alla guida l’auto risponde bene e resta in strada alla perfezione. Come le altre Jeep Avenger, anche questa e-Hybrid è comoda sulla sconnesso e, grazie ai comandi leggeri e alla posizione di guida sopraelevata, permette di districarsi bene nel traffico e nelle manovre. Il 1.2 ha un buon tiro, è regolare e  vibrazioni e rumorosità sono ridotte. 
Nel omplesso un prodotto molto ben riuscito che infatti sta riscuotendo un grande succe tra il pubblico.

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