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Spring leader della strategia green

Simone Vitta
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Una city-car elettrica Made in China ma pensata e sviluppata da Dacia con la massima attenzione alla sostenibilità: è la nuova Spring, la piccola a zero emissioni che vuole confermare il processo ’virtuosò che nel 2023 ha permesso al Gruppo Renault di ridurre del 28% - rispetto al 2010 - l’impatto in termini di emissioni nel ciclo di vita delle sue vetture.

Un impatto nel quale l’86% del totale è rappresentato dalle emissioni ’allo scaricò e che quindi impone l’opzione elettrica - in questo caso rappresentata appunto dalla Spring - come la soluzione ideale per raggiungere gli ambiziosi target di sostenibilità del gruppo. Di suo, come è stato spiegato a Roma nel nuovo appuntamento della serie ’ Dacia Talk’, il gruppo ci mette un grande lavoro preparatorio, dall’approvvigionamento alla catena di montaggio, anche se la fase produttiva pesa solo per il 13% delle emissioni totali, calcolate in media in 41,2 tonnellate di CO2 per vettura su una vita media di 200 mila km.

Come ha spiegato Didier Michaud, responsabile per le piattaforme e i sistemi di propulsione di Dacia, «si lavora molto per alleggerire, il nuovo Jogger pesa 250 kg in meno rispetto alla media degli altri modelli a 7 posti, ma siamo anche attenti al design facendo scelte che consentano di migliorare l’efficienza. Senza dimenticare l’impatto dei materiali riciclati come la plastica, che nei nostri modelli si attesta intorno al 20% e che a differenza di altri costruttori non nascondiamo ma mettiamo in bella vista». Nell’impatto complessivo di ogni vettura, dunque, è la scelta di fondo dell’alimentazione a fare la differenza e da Dacia sottolineano come su un modello termico ’purò l’elettrico permetta di abbattere il totale delle emissioni del 60%, ma non vanno dimenticate le possibilità offerte dalle altre tecnologie disponibili nella gamma del brand come il mild hybrid a 48 volt (-10%) oppure l’ibrido full o l’opzione gpl (-15%). Proprio quest’ultima alimentazione, ricorda Guido Tocci, Managing Director Dacia Italia, ha avuto dal nostro paese una spinta importantissima che ha convinto il Gruppo a scommettere sul Gpl: questa motorizzazione, aggiunge Michaud, «ormai è un pilastro del nostro brand, vogliamo continuare a proporla e sono in arrivo novità interessanti. 

Tocci, ottima accoglienza per il nuovo duster, ibrido può salire fino a 40% vendite (Adnkronos) - Per il momento, aspettando nei prossimi mesi l’arrivo della versione rinnovata nei contenuti, nel design e nelle motorizzazioni, per la nuova Spring resta l’incognita incentivi: la scomparsa in poche ore degli eco-bonus per le elettriche - ammette Tocci - «è una variabile determinante per definire gli obiettivi di vendita: eravamo pronti a lanciare una proposta commerciale ’inclusivà proprio grazie a questo supporto, ma per il momento non partiremo». Restano per fortuna alte le aspettative per le altre opzioni tecnologiche «come l’ibrido che abbiamo lanciato con il Jogger e che riproporremo anche nel nuovo Duster. Un modello chiave per il quale - anticipa il managing Director Dacia all’Adnkronos - abbiamo già raccolto ordini in linea con le nostre aspettative, che sono alte: peraltro i primi contratti mostrano da una parte che si tratta per il 30% di nuova clientela e dall’altra che il 30% delle domande sono sull’ibrido 140 cavalli e sul mild a 48 volt della 130». Per noi - spiega Tocci - «è un dato nuovo che manda segnali molto incoraggianti, anche perché sull’anno pieno la tecnologia ibrida può arrivare al 40% del totale». Ma su questo - conclude - «viviamo una situazione abbastanza favorevole: assorbiamo le soluzioni di ricerca e sviluppo di Renault ma abbiamo il privilegio di poter scegliere quando adottarle: nel processo di transizione ecologica possiamo così adottare quanto l’investimento è già abbastanza ammortizzato così da mantenere un posizionamento dei prezzi concorrenziale».

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