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Lazio-Roma, derby da Champions League

Tiziano Carmellini
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Tutto pronto per la stracittadina di ritorno, l’ultima di Claudio Ranieri sulla panchina giallorossa, quella del riscatto per Marco Baroni che ha perso la prima e di chiudere l’anno con l’onta di un altro ko non ne vuole sapere: a prescindere dalla classifica. Come sempre mille motivazioni, stessa «palla», tensione e adrenalina di quelle che solo il derby della Capitale è in grado di trasmettere alle squadre, ma soprattutto al pubblico allo stadio, così come ai tifosi che la vedranno da casa: «Perché se vado all’Olimpico rischio l’infarto». Alla vigilia si gioca al ribasso, tutti fanno i morti a galla dicendo che gli altri sono favoriti, ma ben sapendo che nella mano nascosta hanno un mattarello. Cabala di routine che si attiva molti giorni prima nei luoghi di incontro della città, tra caffè, cappuccini, aperitivi e cene goliardiche all’insegna del «oh, fatecene sono tre eh...».

Insomma nessuno vuole ammettere di essere favorito o comunque di credere in una sfida che quest’anno tornerà a decidere molto soprattutto in chiave Champions League. Ultima chiamata per la Roma che in caso di sconfitta sarebbe tagliata fuori, ma anche per la Lazio (avvantaggiata da due punti in più in classifica) non si metterebbe bene per niente. Stasera si gioca e i conti si faranno solo dopo e saranno numeri pesanti perché dopo il derby resteranno da giocare solo sei partite. Insomma, se non è un match point ci assomiglia molto.

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