Bove, la Fiorentina lo riabbraccia. Il centrocampista torna al Viola Park
Un viaggio nell’Ade con biglietto di andata e ritorno, la lotta tra la vita e la morte e quei tredici minuti in cui la sua esistenza è rimasta appesa a un filo. A tredici giorni di distanza dal malessere accusato durante la sfida di campionato tra Fiorentina e Inter, Edoardo Bove si ripresenta al Viola Park per riabbracciare i propri compagni di squadra; quei volti sfocati, appena percepiti durante quei drammatici momenti or sorridono. Ieri l’ex centrocampista della Roma è arrivato nel Centro Sportivo di Bagno a Ripoli alla guida della propria auto, ha salutato i pochi tifosi che erano fuori dai cancelli, ha scattato qualche foto e firmato autografi prima di immergersi in un bagno d’affetto. Il giocatore è arrivato nella sala riunioni insieme a Danilo Cataldi, amico e compagno di squadra che per primo aveva avuto il coraggio e la reattività di intervenire dopo il malore; la squadra era già riunita per iniziare l’analisi tecnica della sfida contro il Bologna, ha accolto Dove con un fragoroso applauso, poi con un coro urlato a pieni polmoni: «Edo, uno di noi». E lui, vestito con la divisa sociale, ha accennato un sorriso, ha cercato di soffocare quell’emozione quasi esplosiva che in quel momento gli accarezzava l’anima.
Bove operato: impiantato un defibrillatore rimovibile. Potrà tornare a giocare?
Era rimasto per dodici giorni all’ospedale di Careggi, assistito nel migliore dei modi dai sanitari del nosocomio, e soltanto dopo l’operazione per impiantare un defibrillatore sottocutaneo è stato dimesso. Il tempo di tornare a casa, poi la voglia di rituffarsi nella quotidianità, di riprendere la piacevole abitudine di andare al campo, scherzare con i propri compagni, vivere la squadra da dentro con l’emozione della vigilia della partita; Bove ha seguito l’allenamento di rifinitura dei suoi compagni, ha pranzato con loro, ha giocato a biliardo nella sala hobby del Viola Park. Poi, prima che la squadra partisse per Bologna, ha avuto modo di parlare con il tecnico Raffaele Palladino e con il direttore dell’area tecnica Roberto Goretti. L’abbraccio dei dirigenti è stato affettuoso e sincero, e pur distante, anche il presidente Rocco Commisso ha avuto modo di parlare con il ragazzo per telefono: «Per noi è un giorno molto felice - ha commentato il patron italo-americano - auguro al ragazzo che le cose possano andare sempre meglio».
Edoardo Bove e il futuro in campo incerto, l'esperto: "Aritmia pericolosa per la vita"
Ora il giocatore dovrà seguire un percorso riabilitativo in attesa di conoscere l’esito dei numerosi esami a cui è stato sottoposto nelle ultime due settimane; poi avrà modo di pensare al futuro. La presenza di un defibrillatore sottocutaneo non gli consentirà di ottenere l’abilità sportiva in Italia, ma la sua carriera potrebbe continuare all’estero dove tanti altri calciatori hanno continuato il loro percorso dopo aver superato un problema simile al suo. Il programma riabilitativo dovrebbe durare dai sei agli otto mesi, poi il calciatore potrebbe nuovamente sottoporsi agli esami per riottenere- fuori dall’Italia - l’idoneità sportiva. In questo momento serve soltanto serenità e riposo: è inutile fare fughe in avanti, la vita è adesso.