Tennis, Sinner vince senza sorriso agli Us Open. “Momento complicato”, la risposta ai colleghi
Ci vorrà del tempo. Magari poco visto che Jannik Sinner, si sa, ama impegnarsi per risolvere le situazioni rapidamente sia in campo sia fuori. Ma per rivedere il ragazzo sorridente e pieno della felicità di competere, di vincere e di spendere il suo tempo in ciò che gli piace un pò di tempo ci vorrà. Al suo esordio nello Us Open Jannik si è liberato in quattro set dell’americano Mackenzie McDonald (2/6-6/2-6/1-6/2) mostrando in campo tutta quella la sua irrequietezza di questi giorni: nel primo set ha commesso errori grossolani, che anche chi è a totale digiuno di cose tennistiche, ma è invece più versato nell’analisi psicologica, imputerebbe allo stress enorme patito da marzo ad oggi. Poi Jannik è riuscito a cacciare quei pensieri nel dimenticatoio e la partita è diventata quello che avrebbe potuto essere sin dall’inizio. Ma anche in questo frangente Sinner il sorriso non l’ha ritrovato. Anche perché l’ambiente che lo circondava, l’Arthur Ashe Stadium, appariva distratto o almeno prudente nell’entusiasmarsi per l’italiano: e poco contava il fatto che affrontasse un giocatore di casa.
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Non a caso nelle ore successive all’esplodere del Clostebol-gate gli organizzatori hanno dovuto chiudere i commenti social delle sedute di allenamento di Sinner perché si era scatenato uno shitstorm ai danni di Jannik mica da ridere. Le scorie vanno smaltite e anche l’abbraccio sentito ma ancora dolente fra Vagnozzi e Cahill ha dimostrato come la situazione emotiva e non solo legale di Jannik sia ancora lontana dall’essere risolta. Anche perché Wada e Nado Italia hanno tempo fino al 6 settembre per appellarsi contro la decisione dell’Itia. Nel frattempo Sinner ha una sola via davanti a sé: essere Sinner. Se sorridente, meglio.
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«Non è una situazione facile ma sono felice di come la sto gestendo - ha detto ieri sera in conferenza stampa - ero curioso di vedere anche quale sarebbe stata la reazione dei fan ed è stata fantastica». Premettendo che «ci sono cose molto più gravi e serie di quello che ho passato negli ultimi mese» ha spiegato di «aver imparato che è fondamentale tenersi strette le persone che si amano, perché sono quelle che ti aiutano a superare i momenti complicati e che cercano di strapparti un sorriso anche quando sei giù di morale». Cahill e Vagnozzi, insomma saranno sempre più fondamentali. Prossimo appuntamento, ricorda l’Agi, domani contro un altro americano, Michelsen. Intanto Jannik ha rimesso a posto con le parole i colleghi che lo hanno criticato: «Ho letto quello che alcuni colleghi hanno detto di me, non posso controllare cosa pensano o cosa dicono. Io se ho qualcosa da dire a qualcuno lo faccio in privato».