Olimpiadi, super Furlani bronzo nel salto in lungo. Le gare di oggi a Parigi 2024
Ci pensa Furlani. Mattia mette al collo dell’Italia olimpica la prima medaglia dell’atletica, un bronzo che consola la delusione del podio dato e tolto a Nadia Battocletti nei 5000 metri. I ricorsi hanno dissolto troppo in fretta i sogni della campionessa trentina, tocca allora al talento romano restituire il sorriso alla squadra azzurra, tornata sul podio di specialità 40 anni dopo Giovanni Evangelisti: Furlani mette in pedana una gara di straordinaria costanza, superato solo dal favorito Tentoglou e dal jolly del giamaicano Pinnock, argento per soli 2 cm. Importa il giusto, per un 19enne che considerava Los Angeles la sua «vera» olimpiade. Furlani è già campione, qui e adesso.
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L’introduzione di Mattia è dirompente. Allarga la mano destra per sentire il vento, poi accelera sulla pedana e si iscrive alla gara con un eccellente 8,34. Sono 4 cm meno del suo personale - record mondiale under 20 - al primo tentativo, il cui valore è aumentato dall’asse di battuta (solo 1,5 cm dal limite) e dal 1 m/s di vento contrario. Il greco Tentoglou, campione uscente e favorito per l’oro, lo insegue con un 8,27 di esordio concedendo 10 cm alla misura con mezzo metro di vento contro. Aggiustati regali e fortuna, 0.9 allo stacco e vento neutro, l’ellenico decolla a 8,48 (in Giappone era bastato 8,41 per l’oro) e subito lo insegue Pinnock, 8,36 con quasi 14 cm lasciati alla misura. Il secondo di Furlani è 8,25 con vento quasi ribaltato (+0.9 m/s) mentre il terzo e il quarto sono nulli per questione di centimetri. Gli altri non si migliorano, Mattia ricalca il suo 8,34 al quinto tentativo e chiude in 8,27, la medaglia non gliela toglie più nessuno. «È stata una delle mie migliori gare dal punto di vista tecnico - racconta commosso - ed è l’emozione più grande della mia vita».
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Domani sera (ore 20) proverà a imitarlo Larissa Iapichino, che nelle qualificazioni del lungo femminile vola a 6,87 con il secondo salto, oltre lo standard fissato a 6,75. Soltanto l’iridata indoor Davis-Woodhall fa di meglio con 6,90. Oggi cercano riscatto Massimo Stano e Antonella Palmisano, scelti per formare la coppia della staffetta di marcia.
Applausi per Pietro Arese, che nei 1500 metri ritocca di un secondo e mezzo il già suo record italiano, riscritto in 3’30”74. L’azzurro chiude all’ottavo posto la gara più veloce della storia olimpica: ritmo infernale imposto dal campione uscente Ingebrigtsen, il norvegese però cede negli ultimi 100 metri e resta fuori dal podio, dominato dal record olimpico (3’27”65) di Cole Hocker. «Lo avevo previsto ed è già una soddisfazione – scherza Arese - ma soprattutto sono contento di questo doppio risultato: essere tra i primi 8 significa essere pienamente un finalista olimpico e questo tempo ha sorpreso anche me». Giornata storta per Sara Fantini, dodicesima (69,58) nella finale del martello.