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Olimpiadi, caso nel judo: squalifica con giallo, Israele grida al boicottaggio

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Bilancia fuori controllo o boicottaggio politico? Al momento restano solo i numeri: 400 grammi in più che da regolamento portano alla squalifica. Fa discutere ai Giochi di Parigi quanto accaduto nel tabellone olimpico maschile di judo nella categoria -73 kg: l’algerino Messaoud Redouane Dris è stato squalificato perché, al peso, è stato trovato con 400 grammi in più. Un caso raro ma che può succedere - a Tokyo in 4 furono squalificati per lo stesso motivo - e che sarebbe passato inosservato se non fosse per il fatto che in questo modo Dris ha evitato di confrontarsi con l’israeliano Tohar Butbul. C’è chi grida al boicottaggio, lo stesso comitato olimpico di 
Israele ritiene che «questo tipo di comportamento non abbia posto nel mondo dello sport».

 

La Federazione internazionale di judo, dal canto suo, ribadisce che «lo sport dovrebbe rimanere un ambiente fatto di integrità e correttezza, libero dalle influenze dei conflitti internazionali. Sfortunatamente, gli atleti diventano spesso vittime di controversie politiche più ampie che sono contrarie ai valori dello sport».

Nel caso di Dris sono state applicate le regole che prevedono la squalifica in caso di superamento del peso: «Non possiamo fornire giustificazioni per la situazione del signor Dris, ma rimaniamo impegnati a garantire che tutti gli atleti competano in condizioni eque e giuste. Dopo i Giochi olimpici, verrà condotta un’indagine completa sulla situazione e, se necessario, verranno intraprese ulteriori azioni». Il Cio, dal canto suo, lascia la palla in mano alla Federazione e a proposito delle continue schermaglie verbali e social fra le delegazioni di Palestina e Israele ricorda «che entrambe hanno preso parte alla cerimonia di venerdì e questo è un bel segnale - commenta Mark Adams, portavoce del Comitato Olimpico Internazionale - La nostra missione è quella di unire». 

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