viminale
Calcio, vietato il numero 88 sulle maglie: "Simbolo antisemita"
Nessun calciatore scenderà più in campo con il numero 88 sulle spalle. Questo è quanto è emerso oggi dall'alleanza tra calcio e politica nella lotta all'antisemitismo, sancita con la dichiarazione d'intenti firmata al Viminale dal Ministro per lo Sport e i giovani Andrea Abodi, dal Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi e dal coordinatore nazionale per la lotta contro l'antisemitismo Giuseppe Pecoraro. L'88 è usato nei gruppi neonazisti per simbolizzare il saluto 'Heil Hitler' (l'h è l'ottava lettera dell'alfabeto), pertanto viene allontanato definitivamente dal mondo del calcio.
“Nel codice etico delle società – spiega il ministro Piantedosi – viene recepito il riferimento alla definizione internazionale di antisemitismo. C’è quindi il divieto dell’uso da parte delle tifoserie di simboli che possano richiamare il nazismo; la responsabilizzazione dei tesserati a tenere un linguaggio non discriminatorio in tutte le manifestazioni pubbliche; la definizione delle modalità di interruzione delle partite in caso di episodi di discriminazione".
Una misura rigida che verrà attuata a partire della prossima stagione. "Sarà inoltre valutato positivamente l’atteggiamento proattivo delle società in questo campo“, chiosa il Ministro dell'Interno. Fece già discutere, anni fa, quando scesero in campo con la maglia numero 88 giocatori come Mateusz Praszelik, Gigi Buffon e Marco Borriello, i quali affermarono che non c'era nessuna motivazione politica dietro alla loro scelta. L'anno scorso in Serie A solo due calciatori hanno optato per il numero 88: Mario Pasalic dell'Atalanta e Toma Basic della Lazio. A partire dalla stagione 2023/2024 però non sarà più possibile avere tale numero, nonostante ormai da anni le squadre di calcio permettano la personalizzazione della maglia ai propri tesserati. La volontà è chiaramente quella di combattere l’antisemitismo nel calcio per estirpare un fenomeno ancora oggi troppo presente negli stadi italiani e che di tanto in tanto riemerge con veemenza.