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La Roma cade all'Olimpico col Sassuolo, aggancio Champions fallito

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Luca De Lellis
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Psicodramma giallorosso. La Roma di José Mourinho - oggi in tribuna perché squalificato - incassa una pesante sconfitta interna contro una delle migliori versioni stagionale del Sassuolo, che spesso e volentieri in casa delle "grandi" alza notevolmente l'asticella. I neroverdi sbancano l'Olimpico con un eloquente 3-4 grazie ai gol di tutto il tridente offensivo: prima la doppietta di Laurientè, sempre più centrale nel progetto di Alessio Dionisi, poi il rigore realizzato da Berardi e, dulcis in fundo, il quarto centro in campionato di Pinamonti, al quale capita non di rado di risvegliarsi quando vede giallorosso. A nulla servono la rete della speranza di Zalewsky, l'arcobaleno disegnato dal pittore Dybala, entrato solo nella ripresa a punteggio già compromesso (1-3), e il primo gol con la nuova maglia di Gini Wijnaldum. La Roma si è ritrovata anche a giocare tutto il secondo tempo in dieci uomini per un'ingenuità imperdonabile di Kumbulla, che scalciando Berardi a terra ha provocato un duplice danno: rigore ed espulsione. 

Insomma, un'altra chance buttata per Smalling e compagni. Perché già nella trasferta di Cremona avevano cestinato la possibilità di agganciare il terzo posto, e ora la storia si ripete. La Roma, sfruttando i passi falsi di Inter e Lazio, avrebbe potuto appaiare i nerazzurri al secondo posto in classifica. Invece stanotte si ritrova ancora fuori dalla zona Champions League, in attesa anche di capire l'esito di Milan -Salernitana. E se due indizi non fanno una prova, il tonfo clamoroso della Coppa Italia unito ai due scivoloni prima citati dicono che la Roma non è capace di approfittare delle ghiotte opportunità che gli si presentano davanti. Questo non può essere un dato da sottovalutare.

Pronti e via Laurientè, nel giro di cinque minuti, mette la palla alle spalle di Rui Patricio due volte. Con due gol abbastanza in fotocopia. La Roma reagisce e con il destro al volo schiacciato da Zalewsky su assist del solito Spinazzola accorcia le distanze. Poi il patatrac: Kumbulla si fa buttare fuori per un calcetto immotivato a Berardi che era a terra in area. Lo stesso numero 10 neroverde spiazza Rui Patricio allo scadere del primo tempo. 

Nella ripresa l'undici di Mourinho mette tutto ciò che ha, anche grazie alla spinta dei nuovi entrati, tra cui Dybala e Karsdorp. Il mancino arcuato dell'attaccante argentino che si spegne all'incrocio dei pali sembra poter riaprire la partita. Ma Pinamonti la chiude poco dopo. A nulla serve 3-4 definitivo di Wijnaldum. La Roma si lecca le ferite, ma se la può prendere solo con se stessa.

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