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Morte Gianluca Vialli, il mondo del calcio piange ancora. Minuto di silenzio nel weekend

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Se il 2022 si era concluso amaramente per il mondo del calcio, con gli addii a Pelé e Sinisa Mihajlovic, in questi primi giorni del 2023 non si può dire che il trend sia cambiato. È morto a Londra, all'età di 58 anni, Gianluca Vialli, le cui condizioni sono peggiorate nelle scorse settimane a causa del tumore al pancreas contro cui ha lottato negli ultimi cinque anni. Una notizia che ha sconvolto non solo l'Italia ma che ha avuto eco in tutto il mondo, in particolare in Inghilterra, dove Vialli ha giocato e allenato lasciando un dolce ricordo. Per l'occasione è stato disposto dalla Figc un minuto di silenzio su tutti i campi nelle gare in programma nel weekend. I funerali si svolgeranno invece nei prossimi giorni proprio a Londra, in forma privata, lontano dalla luce dei riflettori. Vialli, con il suo sorriso e con il suo atteggiamento, leader in campo e di fronte alla malattia, affrontata sempre a testa alta e senza nascondersi, ha lasciato un pezzo di sé in mezza Italia, e non solo. Dai primi passi mossi con la Cremonese fino al miracolo Sampdoria e allo scudetto del 1991, passando per le vittorie alla Juventus, su tutte la Champions League del 1996, ancora oggi l'ultima conquistata dai bianconeri, sollevata da capitano nella magica notte di Roma. L'ultimo sorriso, forse il più bello perché il più commovente, è legato al trionfo dell'Italia agli Europei del 2021, nella serata di Wembley, suggellato dall'iconico abbraccio con Roberto Mancini, l'amico che gli ha dato fiducia anche quando era già alle prese con il cancro.

 

 

"Sono profondamente addolorato, ho sperato fino all'ultimo che riuscisse a compiere un altro miracolo, eppure mi conforta la certezza che quello che ha fatto per il calcio italiano e la maglia azzurra non sarà mai dimenticato", assicura il presidente della Figc Gabriele Gravina, mentre il numero uno dello sport italiano Giovanni Malagò elogia "il campione ma soprattutto un uomo tutto di un pezzo. Non ci sono parole per descrivere la tristezza che in questo momento ha assalito tutti noi". "Il calcio perde uno dei suoi sorrisi più belli e positivamente contagiosi, quello di Gianluca Vialli - ricorda il presidente della Fifa Gianni Infantino -. Il sorriso di chi ha giocato e allenato. Il sorriso di chi ha vinto, trascinando nella propria felicità i piccoli che stavano diventando grandi, come ai tempi della Sampdoria. Il sorriso mantenuto nonostante la malattia, durante la sua ultima esperienza con la Nazionale italiana".

 

 

Nella maggior parte dei ricordi, di società e compagni, le doti dell'uomo subentrano a quelle del fuoriclasse, ed è per questo motivo che gli omaggi a Vialli nel giorno della sua morte scavalcano i confini del calcio e dello sport. "Non dimenticheremo i tuoi i gol, le tue leggendarie rovesciate, la gioia e l'emozione che hai regalato all'intera Nazione in quell'abbraccio con Mancini dopo la vittoria dell'Europeo - sottolinea la presidente del Consiglio Giorgia Meloni -. Ma non dimenticheremo soprattutto l'uomo. A Dio Gianluca Vialli, Re Leone in campo e nella vita". Particolarmente legato all'ex attaccante lombardo anche Fedez, che ha condiviso con Vialli le difficoltà della malattia. "Pur non avendolo mai conosciuto di persona è stato straordinario. Mi ha dato una mano incredibile, abbiamo subito entrambi lo stesso intervento seppur con due patologie diverse - ha raccontato l'artista in un video su Instagram -. Non mi era mai capitato nella vita di piangere al telefono con una persona che non conoscevo ma che conosceva il mio stesso dolore. In quel momento mi ha dato una mano non dovuta ma incredibile". Sincero anche il cordoglio di Gianna Nannini. "Una persona che mi è tanto cara, che ho conosciuto nella sua anima gentile. Non posso ancora crederci. Ci sono esseri che come lui fanno parte dell'immortalità, in questo nuovo viaggio lo abbraccio profondamente - ha scritto la cantante sui social - e mi dispiace non poterlo fare come l'ultima volta che ci siamo visti".

 

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