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Roberto Mancini, la profezia sul campionato: "La Lazio come il Marocco ai Mondiali"

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Luca De Lellis
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Roberto Mancini si sbilancia e strizza un occhio ai suoi vecchi colori. Il Marocco è stata la sorpresa del Mondiale in Qatar. Chi può esserlo invece nel prosieguo del campionato di Serie A? “Forse la Lazio, che non gode di grande credito. Ha un gioco diverso rispetto alle altre, e ora è anche più solida nel reparto difensivo”. Uno stile che sul campo appare spesso affine a quello del ct della Nazionale italiana. Compattezza senza palla e, nella fase di possesso, fraseggio rapido alla ricerca della giocata giusta fanno parte anche del credo dell’allenatore biancoceleste Maurizio Sarri. Con il 4-3-3 composto da due esterni offensivi forti tecnicamente a legare il tutto. Idealmente Zaniolo e Chiesa, assenti illustri dell’ultimo periodo azzurro.

Nell’intervista esclusiva concessa ad Andrea Elefante della Gazzetta dello Sport, l’ex fantasista della Sampdoria ha espresso un pensiero anche sulla Roma di Josè Mourinho: “I giallorossi non sono così inferiori alla Lazio”. Ergo possono essere anche loro una rivelazione della seconda parte di stagione.

A proposito di Roma e Lazio. Il suo amico fraterno, cresciuto anche come allenatore ai tempi dell’Inter, Sinisa Mihajlovic è stato uno dei pochi a vestire entrambe le maglie. Lo scorso 16 dicembre è scomparso, lasciando un velo di malinconia profondo in Mancini: “Se n’è andato un 2022 per me molto triste: la morte di Sinisa, la malattia di Gianluca Vialli. Queste sono le cose che pesano sul cuore: quelle per le quali non puoi fare nulla. Dopo una delusione sportiva, invece, si può sempre rimediare”. Il riferimento è scontato, la mancata partecipazione degli Azzurri al campionato del Mondo. “Troppo facile parlare dopo. Ma l’Italia quando c’è è pericolosa per chiunque: per questo ho sempre detto che puntavamo a vincere, e oggi dico che ce la potevamo giocare. Anche per provare a vincerlo, sì”.

Particolari richieste per il 2023? “Che non porti niente, ma non tolga più niente a nessuno. Semmai restituisca Zaniolo e Chiesa alla Nazionale, perché sia il loro anno: dopo l’Europeo praticamente non li ho più visti. Con loro e con il gruppo al completo possiamo davvero ricominciare a fare bene”. Magari da dove avevano lasciato nella finale di Wembley contro l’Inghilterra. Prima tappa la Nations League di giugno, perché “le chance ci sono” e sognare è gratis.

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