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Assemblea azionisti Juve 2022, il discorso di Andrea Agnelli su scandalo e dimissioni

Il lungo addio di Andrea Agnelli alla guida della Juventus ha vissuto l'ultimo atto all'Allianz Stadium, teatro di tante vittorie, dove per l'occasione è andata in scena l'assemblea degli azionisti che ha approvato il bilancio di esercizio al 30 giugno 2022 con una perdita di 238,1 milioni di euro. Un passivo in aumento rispetto ai 226,8 milioni dell'anno precedente, dati rivisti alla luce dei rilievi della Consob e dell'indagine della procura di Torino sui conti del club e, nel merito, sulla manovra stipendi del 2020 e del 2021 a seguito della pandemia di Covid-19. L'inchiesta dei magistrati torinesi ha portato alla richiesta di rinvio a giudizio per 12 persone (compreso lo stesso Agnelli, oltre che Maurizio Arrivabene, Pavel Nedved e Fabio Paratici) anticipata dalle dimissioni in blocco dell'intero Consiglio d'Amministrazione.

Una decisione "che non è stata facile", ha sottolineato il presidente dimissionario nell'intervento che ha aperto l'assemblea degli azionisti, ma che è stata assunta "in modo del tutto convinto e in piena serenità". Nella prima uscita pubblica dall'annuncio dell'addio, Agnelli si è difeso dicendo di essere "fermamente convinto di aver operato bene in questi anni e che i rilievi che sono stati sollevati nei nostri confronti non sono giustificati". Un giudizio "confortato anche dalle approfondite analisi condotte in queste ultime settimane da professionisti ed esperti indipendenti che hanno rilasciato appositi pareri a conferma della piena correttezza dell'operato del nostro consiglio - ha aggiunto - Ciononostante la società dovrà continuare nel percorso avviato per tutelare gli interessi del club e per dimostrare in ogni sede le nostre buone e legittime ragioni". Dietro a questo passo indietro c'è la precisa volontà di evitare che "si potesse anche solo pensare che le scelte e le azioni che dovranno essere assunte da qui in avanti fossero anche solo in parte condizionate dal mio personale coinvolgimento in alcune delle vicende che la società si trova a dover affrontare", ha concluso Agnelli nel suo breve discorso ribadendo che "la Juventus viene prima di tutto e di tutti".

Il suo posto verrà preso da Gianluca Ferrero, uomo di fiducia di John Elkann che si insedierà ufficialmente in occasione dell'assemblea degli azionisti in programma il prossimo 18 gennaio, in cui si riunirà il nuovo CdA composto da Maurizio Scanavino (presente in platea al pari dello stesso Nedved) e da Fioranna Negri, Diego Pistone e Laura Cappiello. Figure di grande professionalità sotto il profilo tecnico e giuridico indicate da Exor, la holding che controlla il club bianconero, in vista delle battaglie legali che dovrà affrontare la Vecchia Signora. L'assemblea degli azionisti è stata animata dall'intervento dell'ex dirigente bianconero Luciano Moggi, che ha difeso l'operato di Agnelli ed ha riacceso i riflettori su Calciopoli, donando all'ormai ex presidente una scatoletta regalo contenente una chiavetta con files riguardanti Calciopoli. "Sono venuto qui per capire cosa sta accadendo e per ringraziare Andrea Agnelli, nove scudetti non si vincono con facilità - ha sottolineato Moggi, radiato a vita dal calcio - Se è stato riaperto il caso plusvalenze dovrebbe essere riaperto anche Calciopoli. E' una ferita che non si rimargina, né per noi né per la Juve. La società non si è mai difesa o non ha saputo difendersi, è diventata un giocattolo nelle mani dei media".

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