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Sinisa Mihajlovic esonerato, si chiude la parabola con il Bologna

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Il ritorno al Dall'Ara, l'amore della tifoseria durante la malattia e l'addio dopo le offese sui social. C'è di tutto nella storia tra Sinisa Mihajlovic e il Bologna, una parabola che si è chiusa oggi ufficialmente dopo tre anni e mezzo. Una notizia che era comunque nell'aria da qualche giorno, almeno da ieri quando dopo un summit a Casteldebole della dirigenza capitanato dal presidente Joey Saputo, la decisione era stata già presa. Inutile il confronto successivo andato in scena a Roma al quale hanno partecipato l'ad Claudio Fenucci e il ds Marco Di Vaio. Mihajlovic non è più l'allenatore del Bologna, decisivo l'ennesimo pareggio in casa dello Spezia che di fatto ha spazientito il patron rossoblu, già volato in Canada dopo aver chiuso la parentesi con il tecnico serbo.

Non senza ringraziare l'allenatore con parole commosse: "È stata la decisione più difficile che ho preso da quando sono presidente del Bologna", ha ammesso il patron in una nota in cui si sottolinea che tale scelta tuttavia "purtroppo si è resa inevitabile, nonostante il forte legame affettivo che si è creato con la società e tutta la città in questi tre anni e mezzo emozionanti e drammatici".

Mihajlovic paga l'inizio negativo in campionato, ancora senza vittorie e soli tre pubti dopo cinque turni. Dopo tre anni e mezzo di amore ma anche di difficoltà, legata soprattutto alla sfida più grande che ancora impegna il tecnico serbo, quella della leucemia. Era arrivato in rossoblu nel gennaio del 2019 dopo dieci anni dalla prima esperienza sulla panchina felsinea. Sostituendo Pippo Inzaghi, Mihajlovic aveva compiuto il miracolo, raccogliendo la bellezza di 30 punti nelle 17 partite restanti, con sole 5 sconfitte e una salvezza che sembrava insperata all’ultima giornata. Nel luglio dello stesso anno però la conferenza stampa in cui il tecnico serbo annunciò: "Ho la leucemia, ma vincerò questa sfida".

Promessa mantenuta, fino al riemergere di alcuni campanelli d'allarme che quest'anno lo hanno costretto a ricoverarsi di nuovo. Tra una fase e l'altra della malattia, gli attestati di amore e di vicinanza da parte dell'intera platea calcistica ma anche degli stessi tifosi del Bologna, capaci per ben due volte di compiere un pellegrinaggio fino al Santuario di San Luca. Amore, ma anche critiche per le scelte del Mihajlovic allenatore, alcune talmente dure (e sul personale) che recentemente avevano fatto esplodere la figlia Viktorija a pubblicare un lungo sfogo su Instagram: "Non trovo giusto mischiare il lavoro alla vita privata. Volete insultare mio padre dal punto di vista lavorativo? Siete liberissimi di farlo, ci mancherebbe, ma quando poi si tratta di famiglia, di salute e di tante altre cose vergognose che ho letto, no, non lo accetto più. Quello che scrivete è raccapricciante".

Se Sinisa saluta, ora è caccia a chi dovrà sostituirlo. E di tempo ce n'è poco, visto che domenica si torna già in campo con i rossoblu impegnati al Dall'Ara contro la Fiorentina. Di nomi in questi ultimi due giorni se ne sono fatti tanti, da De Zerbi a Ranieri e Paulo Sousa, anche se in pole sembra esserci l'ex tecnico di Genoa e Spezia, Thiago Motta.

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